Il delitto di Giarre è il duplice omicidio di Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola, commesso il 31 ottobre 1980 a Giarre (in provincia di Catania). Un giallo mai risolto, che ha portato alla fondazione del primo circolo Arcigay in Italia.
Il delitto di Giarre
È il 31 ottobre 1980 quando – nelle campagne di Giarre, piccolo comune in provincia di Catania – vengono rinvenuti i corpi senza vita di due ragazzi. Si tratta di Giorgio Agatino Giammona, 25 anni, e Antonio Galatola, detto Toni, 15 anni. I corpi si trovano nella Vigna del Principe, stretti in un ultimo abbraccio. Entrambi sono stati uccisi con un colpo di pistola alla testa. Toni e Agatino erano conosciuti da tutti come “i ziti”, ovvero i fidanzati.
Giorgio, in particolare, era dichiaratamente gay. Da adolescente era stato fermato dai carabinieri mentre si trovava in auto con un altro ragazzo e fu denunciato. Da allora fu soprannominato “puppu co buddu”, cioè omosessuale patentato.
Inizialmente si pensa a un doppio suicidio, ma ben presto emerge la matrice omofoba del duplice omicidio, in una Sicilia che criminalizza l’omosessualità.
Da tutta Italia arrivano giornalisti e telecamere ma ad accoglierle c’è un paese omertoso, che ha il terrore di essere associato a una storia omosessuale. Al funerale di Toni Galatola prendono parte più di duemila persone, le stesse che si tengono ben lontane dal funerale di Giammona, perché apertamente omosessuale.
Le indagini
In breve tempo, gli inquirenti individuano un colpevole. Si tratta di Francesco Messina, nipote di Antonio. Ha soltanto 13 anni e quindi non è punibile. Il ragazzo racconta che sono stati proprio Toni e Agatino a chiedergli di ucciderli, perché altrimenti lo avrebbero fatto fuori.
Due giorni dopo però il ragazzo ritratta tutto, raccontando di essersi inventato quelle bugie perché messo sotto pressione dalle forze dell’ordine. Un colpevole ufficialmente non si troverà mai, ma tutte le ipotesi investigative portano a pensare che la coppia sia stata uccisa proprio dal 13enne, su richiesta delle famiglie e degli stessi ragazzi, convinti che non avrebbero mai potuto vivere serenamente il loro amore.
Il delitto di Giarre porta alla luce il problema evidente della discriminazione contro gli omosessuali. Di lì a breve nasce il collettivo del “Fuori!” (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano) della Sicilia orientale. A novembre di quello stesso anno a Palermo nasce l’Arcigay, la prima sessione dell’Associazione ricreativa e culturale italiana dedicata alla cultura gay. L’idea è di Marco Besciglia, un sacerdote apertamente omosessuale, con la collaborazione di un giovane obiettore di coscienza, Nichi Vendola, insieme a Gino Campanella e Massimo Milani.