È uno dei polmoni verdi dell’area metropolitana di Roma. La tenuta presidenziale di Castelporziano non è solo il posto dove il Presidente della Repubblica trascorre qualche raro giorno di vacanza o di tranquillità fuori dal caos della Capitale. Ma un’oasi naturale che si estende su ben 6.039 ettari, che vanno da Tor De’ Cenci a Ostia e fino a Torvaianica. Ma il suo perimetro, tranne che nel tratto di via Cristoforo Colombo, lato utilizzato dal Capo dello Stato per andare nella stupenda residenza all’interno della tenuta, viene utilizzato dagli incivili come discarica a cielo aperto, per gettare rifiuti di ogni genere, comprese auto rubate da dare alle fiamme.
Il quadro desolante viene completato da centinaia di alberi ormai morti. Pini centenari senza vita e a rischio incendio, visibili lungo il confine con l’aeroporto militare di Pratica di Mare.
Viaggio intorno alla tenuta presidenziale
Partendo da via di Pratica di Mare, all’incrocio con via Pontina, si costeggia il muro di confine della tenuta presidenziale. Ed è qui, dopo poche centinaia di metri, che si vede la prima discarica a cielo aperto. Qui, in quella che è stata progettata per essere un’area di sosta per le automobili, si trova di tutto. Materassi, divani, mobili, cassette vuote della frutta, calcinacci, secchi di vernice, resti di lavori edili. Periodicamente qui vengono lasciate auto, che nella notte vengono date alle fiamme. Ci restano per settimane, poi il Comune di Roma bonifica l’area, con costi elevati. E il giorno stesso si ricomincia. Le immagini delle foto sono di questi giorni.
Arrivati alla rotonda di Pratica di Mare, la tenuta confina con l’omonimo aeroporto militare. A dividerli via Arno e, lato tenuta, una pista ciclabile quasi sempre in stato disastroso. L’intero tratto ciclopedonale viene usato dagli zozzoni come luogo per l’abbandono dei rifiuti. Periodicamente squadre di volontari puliscono la pista, ma puntualmente gli sversatori di immondizia hanno la meglio e riescono a trasformare il rettilineo in una discarica a cielo aperto lunga più di tre chilometri.
Alberi morti e a rischio incendio
Restando tra via Pratica di Mare e via Arno, a preoccupare non sono solo i rifiuti. Quello che salta agli occhi, infatti, sono le condizioni di centinaia di pini mediterranei completamente secchi, ormai morti da almeno tre mesi. Basterebbe pochissimo per causare un disastro: un eventuale incendio avrebbe modo di alimentarsi con facilità incredibile. Senza contare che, inizialmente, gli alberi morti erano pochi, per poi estendersi sempre di più. Cosa li ha fatti morire? Erano malati? C’è il pericolo che la stessa sorte tocchi anche alle piante confinanti?
Per quanto riguarda un eventuale incendio, che ci auguriamo non accada, Riccardo Ciofi, della Fns Cisl Roma Capitale e Rieti, rassicura sui tempi di intervento. “Il controllo dell’area spetta alla Presidenza della Repubblica, però noi vigili del fuoco abbiamo attivato un presidio antincendio per il periodo estivo, formato da 5 unità. Non ci occupiamo del verde, ma interveniamo tempestivamente laddove dovesse esserci bisogno”.
“Diversa – prosegue Ciofi – la situazione dell’area confinante alla tenuta. Parlo della pineta di Castel Fusano, una delle aree maggiormente a rischio sul nostro territorio, già più volte coinvolta in incendi devastanti che l’hanno danneggiata ampiamente. Il sistema innovativo di videosorveglianza della pineta, presentato durante il mandato della sindaca Raggi, che forniva un adeguato e tecnologico sistema di monitoraggio dell’area su diversi punti di avvistamento, Torre – Ostia Antica – Dazio, insieme a moderni strumenti con droni per l’immediata attivazione in caso di principio di incendio progettato dalla Leonardo, non riesce a essere completamente operativo.
Di fatto, dall’inizio della campagna AIB dobbiamo rilevare che questo moderno sistema non è in funzione a causa di un guasto tecnico e le operazioni di avvistamento all’interno della sala monitor vengono effettuate tramite un sistema più obsoleto, che non consente una visione e una capacità di intercettazione ai livelli del nuovo.
Certamente, le squadre AIB dei vigili del fuoco, in collaborazione con quelle della protezione civile che stazionano all’interno della pineta, sono pronte ad intervenire con tempestività in caso di incendio, ma al riguardo uno sforzo maggiore dovrebbe essere fatto da parte dell’amministrazione comunale per stanziare le risorse economiche necessarie tese a ripristinare il sistema di videosorveglianza a Castel Fusano”.
Lungomare ridotto a pattumiera
Ma se le condizioni dell’entroterra non sono buone, con rifiuti ovunque, quelle del lungomare che unisce Torvaianica a Ostia, costeggiando la tenuta, non sono di certo migliori. Persino nel tratto in cui la spiaggia è interdetta ai bagnanti – circa tre chilometri – in quanto riservata al Lido del Presidente. Sacchi di immondizia dietro ogni curva, nascosti dalla vegetazione o in evidenza. E anche qui, tra le dune o in bella vista, materassi, mobili vecchi, sanitari rotti, calcinacci frutto di ristrutturazioni di appartamenti. Per non parlare di rifiuti organici di ogni tipo.
Rifiuti che si accumulano con gli anni, scoloriti dal sole e dal tempo, che si uniscono a quelli “freschi di giornata”. Dal Dazio fino al Villaggio Tognazzi il panorama non cambia. Può cambiare il colore e la dimensione dei rifiuti. Uno scenario triste per chi va al mare, ma anche per chi, per lavoro o altri motivi, percorre il lungomare tra Ostia e Torvaianica. Così come tra Torvaianica e Roma passando per via Pratica di Mare per prendere la Pontina. Tre lati della tenuta che difficilmente il Presidente della Repubblica percorrerà – lo ha fatto probabilmente in occasione del Centenario dell’Aeronautica Militare, ma quel giorno via Pratica di Mare, oltre che asfaltata per l’occasione, aveva anche la piazzola di sosta pulita – quindi non può sapere come è stato ridotto il perimetro di una delle sue residenze.
Ma forse sarebbe il caso di installare delle telecamere di videosorveglianza, per cogliere sul fatto gli “zozzoni” che quotidianamente si dilettano nel lancio dei sacchi dell’immondizia, o nello scarico dei calcinacci, rovinando una delle più belle aree della provincia di Roma.
Reti tagliate
Più volte lungo il perimetro, soprattutto sul lato di via di Pratica di Mare, proprio a causa dell’assenza di telecamere, sono state tagliate le reti di delimitazione della tenuta da parte di persone che si sono introdotte abusivamente all’interno, sia per raccogliere ortaggi che per dare la caccia alla selvaggina.