Un caso che rivoluziona il rapporto tra Fisco e contribuente: è sufficiente la mancata risposta dell’Ente per annullare il debito, lo sancisce la sentenza n.1539/2018 della Corte d’Appello di Lecce.
Vediamo di analizzare il caso punto per punto.
Notifica e pignoramento da parte dell’ex-Equitalia
Nel caso in questione, portato avanti dall’Avvocato Tributarista Matteo Sances a difesa di un imprenditore leccese, l’INPS richiedeva il versamento di oneri previdenziali per circa 40 mila euro per il periodo compreso dal 2010 al 2012 tramite Equitalia.
In particolare, l’agenzia di riscossione inviava un’intimazione di pagamento e due distinti atti di pignoramento mobiliare; il contribuente, una volta ricevuti gli atti, inviava un’istanza contestando le pretese avanzate dall’INPS senza tuttavia ottenere alcuna risposta da parte dell’Ente.
Secondo l’articolo 1, comma 537, della legge n.228/2012 i concessionari per la riscossione sono tenuti a sospendere immediatamente ogni ulteriore iniziativa finalizzata alla riscossione delle somme appena il debitore presenta l’istanza; inoltre, il comma 540 della stessa legge prevede che in caso di mancata risposta da parte dell’ente creditore entro 220 giorni (che può essere l’INPS per i contributi previdenziali, l’Agenzia delle Entrate per le tasse, ecc.… ) le partite vengono annullate di diritto.
Dal Tribunale del Lavoro alla Corte d’Appello di Lecce
In un primo momento il Tribunale del Lavoro di Lecce respingeva il ricorso del contribuente non ritenendo applicabile la legge.
La Corte d’Appello di Lecce, invece, ha riformato completamente la sentenza affermando che la sola mancata risposta al contribuente, entro i termini previsti dalla legge, comporta l’annullamento del debito. Il principio che sottende la sentenza 1539/2018 è che una risposta al contribuente è sempre dovuta, anche solo per contestare i documenti prodotti.
In definitiva, il debito a capo dell’imprenditore è stato annullato causa mancata risposta da parte dell’Ente pubblico.
L’Avv. Matteo Sances ha ribadito l’importanza della sentenza in quanto quest’ultima stabilisce il principio fondamentale secondo il quale se il contribuente riceve un atto esattoriale e ritiene che esso non sia dovuto, può tranquillamente fare una semplice comunicazione al concessionario su carta libera, senza dover necessariamente ricorrere a un’azione legale e nel caso in cui l’Ente non risponda entro 220 giorni il debito si annulla di diritto (visto il notevole interesse riscosso a livello nazionale, l’Avv. Sances ha deciso di rendere disponibile la sentenza nella prossima newsletter dello studio che uscirà il 24 giugno 2019, ecco il link à www.studiolegalesances.it/newsletter/ )
In conclusione va sottolineato che la sentenza 1539/2018 della Corte d’Appello di Lecce si riporta a delle precedenti sentenze – Ctr Milano n. 1531/2017 e Ctp Lecce n. 2674/2016 – portate avanti sempre dall’Avv. Matteo Sances, che è possibile visionare liberamente visitando il sito www.studiolegalesances.it – sez. Documenti.