A quanto pare ci sarà una sorpresa nella busta paga di qualcuno nelle prossime settimane, ma non per tutti: previsto un aumento di stipendio, infatti, per i dipendenti di Comuni e Regioni italiane, con tanto di arretrati che verrano saldati contestualmente. Come del resto anticipato anche dal ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, è infatti stato firmato il Contratto collettivo nazionale del comparto funzioni locali, per il triennio 2019-2021. A siglarlo, nel dettaglio, sono stati i sindacati e l’agenzia che rappresenta la Pa, l’Aran. Sulla vicenda, poi, Zangrillo non ha nascosto una certa soddisfazione in merito, infatti ha detto che si tratta di un evento rilevante, soprattutto “per lo sviluppo del Paese, perché questi dipendenti, con impegno, garantiscono il funzionamento degli enti territoriali più vicini ai cittadini”.
Stipendi, ecco per chi arriva l’aumento
Sempre sul tema, poi, il ministro ha aggiunto successivamente che l’accordo “riguarda 430mila lavoratori di Comuni, Province, Regioni e Camere di Commercio, con un incremento retributivo fino a 118 euro e novità che riconoscono il merito e le competenze”. Ma cosa significa tutto questo nello specifico? Vuol dire che partire dalla mensilità di dicembre per i dipendenti di Comuni e Regioni l’aumento medio lordo al mese sarà di circa 100 euro. Inoltre, considerando anche le risorse extra per il nuovo ordinamento professionale e per il salario accessorio, l’incremento mensile sale all’incirca a 118 euro.
Aumento e arretrati
In aggiunta a tutto ciò, c’è da considerare che assieme all’aumento di stipendio scatteranno anche gli arretrati. E questo perché l’accordo arriva dopo oltre tre anni di ritardo rispetto al periodo di vigenza del contratto rinnovato, per intenderci. In tal senso, la firma è già scaduta, riguardando infatti il triennio precedente. Dunque, gli arretrati andranno anche a chi è andato in pensione durante gli ultimi tre anni, per tale evenienza sarà l’INPS ad erogarli. L’importo oscilla tra un minimo di 1.300 euro e un massimo di 2.250, a seconda dell’inquadramento specifico.