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Ritenuta d’acconto, cos’è e chi deve applicarla

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Quando si parla di ritenuta d’acconto, non sempre a tutti è chiaro cosa sia, chi deve applicarla, e soprattutto come e quando va versata essendo un’aliquota.

Fare chiarezza su un argomento così complesso e a tratti spinoso potrebbe non essere semplice, ma cerchiamo di fare il punto della situazione.

La ritenuta d’acconto è una trattenuta Irpef o Ires, che viene applicata sulle somme totali percepite da colui che fornisce un servizio ad un cliente, o al datore di lavoro.

Si parla di trattenuta Irpef nel momento in cui facciamo riferimento ai redditi relativi a persone fisiche; invece, si parla di trattenuta Ires nel caso in cui si faccia riferimento a redditi relativi a persone giuridiche e dunque ad aziende.

In termini di conteggi, la ritenuta d’acconto è pari al 20% della somma totale, che va versata da parte di chi riceve la prestazione attraverso la compilazione di un modulo F24 standard applicando il codice tributo specifico.

Il versamento va effettuato entro il giorno 16 del mese successivo a quello dell’avvenuto pagamento. Ad esempio, se il soggetto X emette una fattura di 1000 euro con ritenuta d’acconto, il soggetto Y che la riceve dovrà versare ad X 800 euro, mentre i restanti 200 euro andranno versati all’Erario.

Certo, quando si tratta di dover fare conti e versare soldi all’Erario, la precisione più assoluta è necessaria, poiché ogni errore deve poi essere riparato con una specifica e cavillosa procedura. Per districarsi in queste situazioni, l’articolo di Fatture in Cloud relativo al calcolo ritenuta d’acconto si rivela molto utile per approfondire le varie casistiche e per padroneggiare le modalità di calcolo.

Naturalmente, non tutti sono soggetti alla ritenuta d’acconto, ma solo specifiche categorie che hanno scelto un preciso regime fiscale o che comunque sono tenute per altre motivazioni. In linea generale, i sostituti d’imposta prediletti sono le persone fisiche che svolgono attività autonoma d’impresa. Questi ultimi in fase di emissione della fattura dovranno calcolare un 20% aggiuntivo, che il cliente andrà a corrispondere.

Oltre a questi, altri sostituti d’imposta sono le società di capitali con residenza nel territorio italiano; gli enti pubblici e privati che hanno una forma diversa dalle società; i condomini; le associazioni non riconosciute in quanto tali; le imprese agricole; le società di persone e gli enti equiparati; ecc.

Attenzione, però: ci sono casi in cui la ritenuta d’acconto non va applicata, ovvero quando l’importo è inferiore a 25,82 euro, a meno che tale cifra non sia un acconto relativo alla somma totale della prestazione da ricevere. 

 

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