Riforma Pensioni. I tempi non sono larghissimi e, benché manchi ancora molto alla formazione della Legge di Bilancio per l’anno 2023, il tempo stringe per poter presentare il Def per la manovra finanziaria. Entro la fine del mese corrente, proprio il progetto per la riforma delle pensioni dovrà essere presentato definitivamente.
Cosa potrebbe accadere con la riforma pensioni 2023
Nonostante il documento non sia ancora presente, qualcosa inizia a delinearsi all’orizzonte. Per quanto ne sappiamo al momento, il nuovo quadro normativo in programma non dovrebbe intaccare la riforma famigerata indetta dalla Fornero, che prevede l’età del pensionamento legata all’aspettativa di vita. E, dunque, con doppia opzione: la pensione di vecchiaia (67 anni) o anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi.
Leggi anche: La pensione è minima, lui arrotonda con lo spaccio: a casa del 70enne cocaina e 40.000 euro in contanti
Quali modifiche sono previste
Si punterebbe, invece, a modifiche sostanziali per la parte che prevede la concessione della pensione ai contributivi puri al raggiungimento dei 64 anni di età con almeno 20 anni di versamenti. Per il momento, ne avrebbero diritto solamente coloro che possono beneficiare di una pensione non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale, circa 1.310 euro al mese.
Pensione a 64 anni
In tal caso, la soglia, ad esempio, potrebbe scendere fino a 1,5-1,6 volte per ampliare la platea dei lavoratori, e quindi snellire il passaggio generazionale sul mercato. Di conseguenza, chi lo desidera, potrà andare in pensione anche a 64 anni, a patto però che i contributi versati nel sistema retributivo siano migrati a quello contributivo.