Con 322 voti favorevoli, 43 contrari e 5 astenuti, l’Aula della Camera ha approvato il Ddl delega per la riforma fiscale che ora passerà all’esame del Senato. Se l’approvazione del Parlamento arriva prima dell’estate, probabilmente sarà il governo Draghi a esercitare la delega. Se così non fosse, il tutto sarà rinviato a dopo le elezioni. Vediamo ora cosa cambierà.
Riforma fiscale: le novità principali
Innanzitutto l’intesa raggiunta tra i partiti della maggioranza ha cancellato ogni riferimento al “sistema duale“, con il quale tutti i redditi di lavoro sono tassati in maniera progressiva mentre il capitale, mobiliare e immobiliare, viene tassato in modo proporzionale. Ora, si cancella questo sistema, preservando i regimi cedolari esistenti su affitti, titoli di Stato, etc.
Come spiega anche il Corriere della Sera, ci si limiterà quindi solo a una progressiva revisione del trattamento fiscale dei redditi personali derivanti dall’impiego di capitale. Revisione che sarà poi rinviata ai decreti attuativi e a un’armonizzazione delle tasse sul risparmio.
Catasto
L’articolo dedicato alla riforma del catasto è stato riscritto. Si è arrivati alla conclusione che sarà progressivamente aggiornato e non farà riferimento al valore patrimoniale degli immobili. Tra le novità poi ci sarà la consultazione della banca dati Omi presso l’Agenzia delle entrate.
Meno aliquote Irpef e Iva semplificata
Per la revisione dell’Irpef, ci sarà una “riduzione graduale delle aliquote medie effettive, a partire da quelle relative ai redditi medio-bassi”. L’obiettivo è quello di “incentivare l’offerta di lavoro e la partecipazione al mercato del lavoro, con particolare riferimento ai giovani e ai secondi percettori di reddito, nonché l’attività imprenditoriale e l’emersione degli imponibili”.
L’articolo 5 fa riferimento al “graduale superamento dell’Irap, garantendo in ogni caso il finanziamento del fabbisogno sanitario”. Il testo prevede “una priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti”. Per l’Ires, invece, all’articolo 3 si fa riferimento a una semplificazione con la “revisione dei costi parzialmente e totalmente deducibili”.