Novità in arrivo per i percettori di Reddito di Cittadinanza. Che il Governo Meloni si stia muovendo per riformare il provvedimento è cosa nota, adesso però iniziano ad emergere sempre più dettagli in merito. Oltre alle riduzioni già previste dalla normativa ne potrebbero arrivare altre ma solo per determinate categorie di beneficiari. Il motivo? Recuperare risorse da destinare alla riforma delle pensioni.
Tagli e sospensioni al RDC per i percettori di lunga data?
A fornire alcune anticipazioni è stato Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro e in forza alla Lega, che ha citato il meccanismo che riguarda la Naspi, ovvero l’indennità che percepisce chi ha perso il lavoro. Per quest’ultima infatti gli importi sono “a calare” nel tempo. Ebbene, un simile approccio potrebbe essere applicato anche al Reddito di Cittadinanza diminuendone così l’importo mano a mano (per il RDC è previsto soltanto un aggiornamento annuale sulla base di eventuali modifiche ai redditi percepiti ma per il resto l’importo resta stabile nel tempo). L’obiettivo di questa – al momento teorica – decisione? Rendere il Reddito, così come la NASPI, sempre meno appetibile per il disoccupato rendendolo più attivo nella ricerca del lavoro.
A chi verrà ridotto nel 2023
Al momento pertanto non ci sono ancora decisioni ufficiali. Per il momento quindi, con il nuovo anno, soltanto chi avrà avuto un aumento nei propri redditi, sulla base del nuovo ISEE, sarà oggetto di una riduzione dell’importo o della sospensione in caso di perdita dei requisiti (ricordiamo che la dichiarazione va presentata per il 2023 entro il 31 gennaio). Per eventuali altri soggetti si attendono invece novità.
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La durata massima del Reddito di Cittadinanza oggi e cosa cambierebbe con la riforma
Tornando alla proposta dell’esponente della Leca secondo Durigon “non è possibile corrispondere per sempre il RDC”. Oggi la durata massima di percezione del Reddito è di 18 mesi rinnovabile per altri 18 con un mese di stop. In pratica parliamo di quasi 3 anni in cui il RDC può essere erogato. La proposta, tra quelle al vaglio del Governo, prevede allora di rimodulare la durata massima per usufruire del beneficio oltre la quale non si potrà andare. Non solo. Con il passare dei mesi l’importo dovrà essere diminuito progressivamente. Ma di quanto? Al momento si parla di corrispondere l’importo pieno soltanto per i primi 18 mesi diminuendone poi la cifra in una misura di cui però si sta ancora discutendo. Inoltre si parla anche di una possibile cancellazione del beneficio dopo il rifiuto anche solo di un’offerta di lavoro ricevuta ma anche su questo le discussioni all’interno dell’esecutivo proseguono.
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