La Legge di Bilancio per il 2024 è in fase di approvazione. Il tempo stringe e il Governo è alle prese con gli ultimi nodi da sciogliere.
La Legge di Bilancio 2024 è ancora sul tavolo del Governo. Le ultime settimane sono state molto movimentate fra scadenze e modifiche. Gli emendamenti più importanti sono ancora al vaglio. I tempi stringono, ma Giorgia Meloni detta la linea: deadline fissata entro e non oltre il 31 dicembre. La prima certezza è che gli oltre 2600 emendamenti presentati dalle opposizioni finiranno cestinati. Questo vuol dire che si ripartirà da altro, ovvero gli unici 4 argomenti approvati da Palazzo Chigi: pensioni, sicurezza, fondi per enti locali e infrastrutture.
Punti programmatici che andranno affrontati e sviluppati nel migliore dei modi. Esclusa l’approvazione lampo da parte del Presidente del Consiglio, si procederà con un’agenda programmatica piuttosto serrata. La prima data utile è quella del prossimo 18 dicembre, quando si procederà con l’approvazione a Palazzo Madama. Il “disco verde”, dopo l’approvazione in Senato, è previsto prima della fine del mese. I ritardi rispetto alla tabella di marcia iniziale sono dovuti a un’unica importante condizione: mancano i fondi.
Legge di Bilancio 2024, si chiude entro il 31 dicembre: gli emendamenti principali
Non ci sono soldi extra rispetto a quanto già programmato, quindi i 4 emendamenti saranno finanziati da ulteriori tagli nello stesso settore. Una sorta di riorganizzazione delle finanze più che un investimento vero e proprio: questo intendeva Giorgia Meloni quando diceva – in qualche maniera – che fosse necessario fare di necessità virtù. I nodi da sciogliere riguarderebbero in primis le pensioni, su cui una quadra sembrerebbe essere stata trovata, il ponte sullo Stretto di Messina e il Superbonus.
Intanto si registra un capitale di partenza pari a 100 milioni per quanto riguarda stipendi e assicurazioni delle forze di sicurezza e difesa. La spending review – seppur ridotta del 40% – si abbatterà sugli enti locali. Ultimo, ma non per importanza il progetto del ponte sullo Stretto: 780 milioni previsti per un’opera che, fino ad ora, più che unire ha diviso. Non solo in politica. Il capitale di partenza potrebbe essere rimodulato sui Fondi di sviluppo e coesione. Meloni mischia le carte in attesa della conta finale: le risorse sono esigue rispetto al progetto di partenza, ma la volontà di portare a casa una Legge sostenibile non manca. Quella prima delle feste non sarà una corsa contro il tempo, bensì l’ultimo miglio di una “maratona” cominciata lo scorso settembre.