E’ stato diffuso poco fa l’aggiornamento settimanale del Ministero della Transizione Ecologica sull’andamento dei prezzi di benzina e diesel. Purtroppo, nonostante un leggero calo rispetto a sette giorni fa, il costo alla pompa continua a rimanere sopra i due euro. E questo nonostante il taglio delle accise disposto dal Governo e che è stato ulteriormente prorogato fino al 2 agosto.
Leggi anche: Aumento prezzi benzina e diesel: la GdF scopre la truffa dei benzinai
Quanto costa la benzina oggi
Venendo al report, aggiornato ad oggi, martedì 5 luglio 2022, la media del costo della benzina ai distributori è attestata a 2,065 euro mentre il diesel 2,022 euro. Il calo, rispetto a una settimana fa, è rispettivamente dell’8 e dell’11%. In calo anche il GPL ad oggi a quota 0,82 centesimi.
Perché il taglio delle accise non basta
In tanti si chiedono perché, nonostante gli oltre 30 centesimi tagliati dal Governo sulle accise, i prezzi – sebbene la corsa verso l’alta sia stata frenata – continuino a rimanere così alti. Inizialmente infatti, all’indomani dell’entrata in vigore del provvedimento, il prezzo alla pompa sia di benzina che del diesel era riuscito ad abbassarsi fino a 1.70 circa. Poi però il costo è tornato a salire.
Le cause del caro carburanti in Italia
Secondo una delle Associazioni dell’Autotrasporto il Governo “ha sbagliato tagliare di 30 centesimi a litro le accise sul carburante, attuando una manovra costosa e controproducente“. Sul caro carburanti che non accenna a diminuire spiegano infatti da Trasporto Unito:
«Si tratta di un’operazione complessivamente sbagliata in quanto, oltre a essere costosa, non produce alcun effetto circa il contenimento del costo del carburante poiché il valore è abbondantemente assorbito da logiche di mercato che non vengono adeguatamente presidiate da parte dello Stato. I riflessi per l’autotrasporto sono addirittura negativi perché le imprese di autotrasporto, da una parte, sono soffocate dai prezzi fuori controllo dell’incerta distribuzione del carburante in extra-rete e, dall’altra, dall’impossibilità di utilizzare il beneficio del recupero trimestrale delle accise. Eppure, a fronte di una totale ignoranza della realtà del mercato del trasporto su gomma, sarebbe sufficiente per il Governo italiano copiare quanto accade in altri Paesi comunitari come ad esempio in Francia».