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PRESTITO AL COMUNE DI POMEZIA, “LITE A DISTANZA” TRA DE FUSCO, DE LORENZI E CELORI

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piazza pomezia

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I 56 milioni di euro ancora non sono arrivati al Comune di Pomezia e già si “vendono” i meriti e si ricordano colpe. Sono di oggi i commenti, arrivati attraverso comunicati stampa, dell’ex sindaco Enrico De Fusco e dell’ex consigliere Fabrizio De Lorenzi e dell’attuale candidato sindaco (ex consigliere comunale) Luigi Celori. Il primo a scrivere è stato De Fusco

“Il riconoscimento al comune di Pomezia del finanziamento di 56 milioni di euro per pagare tutte le società che hanno svolto servizi a favore del comune è davvero una buona notizia – ha dichiarato De Fusco – Il finanziamento, che sarà erogato dalla Cassa Depositi e Prestiti entro il mese di giugno, consentirà una ripresa per le aziende del territorio e l’avvio di una nuova pagina per l’ente. La somma che arriverà nelle casse comunali corrisponde con esattezza al mancato versamento tributario da parte della società Aser Tributi Italia nel corso degli anni passati. Sono esattamente i fondi che servono per coprire la parte dei residui attivi non esigibile, creando equilibrio tra attivi e passivi nel bilancio comunale. La soddisfazione deriva dal fatto che questa è stata una mia battaglia personale condotta negli ultimi due anni in ogni sede istituzionale, non ultimo il consiglio nazionale dell’Anci dell’autunno scorso”. Subito dopo è arrivato il comunicato di De Lorenzi, che concorda con De Fusco solo per la parte Aser, ma dissente sui meriti. “Ho accolto con emozione la notizia riportata dalla stampa del riconoscimento da parte del Ministero delle Finanze del finanziamento di 56 ml di euro riconosciuto al comune di Pomezia per far fronte ai debiti contratti dall’ente. L’emozione è dovuta al fatto che viene riconosciuto il lavoro svolto sin dal 2008 quando, da detentori dell’assessorato al bilancio del comune di Pomezia, ci siamo presi l’onere (per me l’onore) di affrontare il problema della revoca della convenzione con la soc. Aser/Tributi Italia. Avevamo asserito, con l’allora assessore Tintinago, che, revocata la convenzione, dovevamo andare a fondo rispetto alle responsabilità di chi aveva creato quella situazione, sia dal punto di vista degli amministratori locali, sia dal punto di vista degli enti sovra ordinati (casualmente il Ministero delle Finanze) che dovevano eseguire il controllo sulle società di riscossione dei tributi locali (Albo istituito presso il ministero stesso) “in fatto” mai eseguiti, altrimenti  si sarebbero accorti subito delle malefatte della Tributi Italia. La nostra iniziativa fu quella di scrivere alla corte dei conti un esposto per ribadire “noi da amministratori locali il nostro l’abbiamo fatto…voi cosa avete fatto e cosa intendete fare per porre rimedio a questo danno?”. Altra iniziativa fu quella di recarci presso il ministero e parlare con l’allora Sottosegretario dott. Grilli per chiedere un finanziamento a lungo termine, non un semplice appianamento del buco creato da Aser/Tributi Italia perchè prima di tutto siamo italiani e non volevamo creare ulteriore debito pubblico (si tratta di un prestito quindi non crea debito pubblico). Ci venne risposto che il ragionamento era corretto e si poteva fare. Il rammarico è che giunti a questo accordo con il ministero, nel mentre, “localmente”, era terminato il De Fusco1 e iniziato il De Fusco2; Tintinago venne silurato da assessore al bilancio per far posto al “fenomeno della finanza pubblica locale”. Avremmo potuto avere questo finanziamento almeno due anni prima senza mettere il comune e i cittadini nell’ imbarazzo degli ultimi mesi, dove l’ente è riuscito a stento a garantire i stipendi dei propri dipendenti. Questa è storia. Nel mentre, il ministero convinto della bontà dell’operazione ha trasferito l’iniziativa a tutti i comuni italiani e, nei fatti, a tutti i comuni (sono circa 1500) truffati da Tributi Italia…E’ finita “all’italiana” con Tributi Italia fallita e senza un euro nelle casse e noi cittadini a pagare tasse per appianare quella truffa”.

Per ultimo, il comunicato di Celori, che invece contrasta totalmente con quanto affermato da De Fusco. “Caro ex sindaco Enrico De Fusco – ha dichiarato l’esponente del PDL – i Commissari stanno mettendo le toppe al suo sfacelo amministrativo. Prima lei ha fatto danni e ora i commissari sono riusciti a prendere un mutuo, dalla Cassa depositi e prestiti, di 56 milioni di euro. Non per opere pubbliche, ma per le società che aspettavano soldi dal Comune per servizi erogati e non pagati. Complimenti De Fusco, questo è il centrosinistra che vorrebbe riproporre per Pomezia? No grazie, abbiamo già dato. La invito a leggere le 170 pagine che hanno scritto sul suo operato gli ispettori mandati dalla ragioneria generale dello Stato. Poi vedremo chi è il responsabile di quanto lì scritto, visto che c’è già un rimpallo tra i suoi dirigenti. Stendo un velo pietoso sulla vicenda Aser perché non voglio sparare sulla Croce Rossa. Semmai vorrei sapere perché la sua amministrazione, ex sindaco De Fusco, ha impiegato così tanto a rescindere il contratto”.

Insomma, anche se fuori dal consiglio comunale, il teatrino di accuse e vanti personali prosegue. Per capire chi ha ragione, basta andare a vedere cosa dice la legge in merito al prestito erogato a seguito della richiesta inoltrata il 30 aprile dal Commissario prefettizio dott.ssa Serenella Bellucci, costretta a ricorrere al prestito proprio a causa del terribile stato delle casse comunali, leggere la relazione degli Ispettori della Ragioneria dello Stato e trarre le conseguenti considerazioni.

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