“In qualità di ex assessore alle Politiche Finanziarie ritengo doveroso che, a seguito delle errate affermazioni del Sub Commissario del Comune di Pomezia, Dott. Tedeschi, pubblicate sui vari quotidiani tra cui il giornale on-line “Il Corriere della Città” e, dalle quali emerge che sia “Meglio il dissesto finanziario che il ricorso al decreto salva-Comuni” è necessario, a mio avviso, fornire alcuni chiarimenti. Quanto sopra per chiarezza di informazione sia nei confronti dei cittadini lettori, sia per evitare altre e successive strumentalizzazioni politiche da parte dei vari “addetti ai lavori”. Questo anche perché la grave situazione finanziaria del Comune di Pomezia, dovuta soprattutto ai danni economici provocati dalla sciagurata gestione dei tributi affidata a suo tempo in modo sciagurato e irresponsabile alla Soc. A.Ser. S.r.l. e dai numerosi mutui per milioni di Euro contratti negli anni passati, oltre che ad una serie di spese poco oculate che ancora oggi condizionano la disponibilità di cassa dell’Ente trovata all’atto del mio insediamento di assessore, avvenuto nel novembre 2011, e che, con l’approvazione del bilancio di previsione 2012, in accordo con il sindaco De Fusco, ha dato il via ad una serie di misure correttive per la riduzione delle spese e l’aumento delle entrate dell’Ente per riportare il bilancio comunale ai giusti equilibri, anche attraverso il recupero dell’evasione tributaria, gli oneri di urbanizzazione non pagati dai costruttori e le sanzioni al codice della strada degli anni precedenti non ancora incassate.
Tornando alle affermazioni del sub commissario, è sbagliato dire che “Come previsto dalla Legge, in caso di accesso al fondo salva-Comuni attraverso la dichiarazione di pre-dissesto, la Corte dei Conti esigerebbe per prima cosa la copertura massima delle tariffe comunali”, non può non essere precisato che durante il periodo di durata del piano di cui all’art. 243-bis comma 8 del TUEL la normativa non prevede in alcun modo il conseguente aumento automatico al massimo delle aliquote o tariffe dei tributi locali riguardanti principalmente l’acqua e la TARSU, bensì una possibilità offerta all’Ente in deroga alla legislazione vigente; di fatto è inesatto dichiarare che gli aumenti non dipendano esclusivamente da decisioni prese dai Commissari. In merito al parere personale del Dott. Tedeschi che afferma di essere più favorevole al dissesto finanziario che al pre-dissesto, perché il pre-dissesto prevede 20 step operativi ognuno dei quali è controllato dalla Corte dei Conti, è necessario inoltre precisare che anche in questo caso non siano in alcun modo previsti normativamente detti controlli ma che, in caso di mancato raggiungimento del riequilibrio finanziario dell’Ente al termine di durata del piano stesso, è prevista come conseguenza la dichiarazione di dissesto finanziario da parte del Consiglio Comunale, da eseguire entro il termine di 20 giorni. Per ciò che riguarda invece la presunta convenienza per i cittadini di Pomezia nel dichiarare il dissesto finanziario perché la Commissione Straordinaria di liquidazione affiancherebbe la nuova Amministrazione per soli 5 anni e non per 10 previsti nella condizione di pre-dissesto, è altrettanto necessario chiarire che anche questa affermazione è errata perché la normativa (artt. 244-269 del TUEL) non prevede alcun termine temporale per lo svolgimento delle attività di liquidazione. Di fatto è errato accumunare il termine di cinque anni di cui all’articolo 265 del Decreto L.gvo 267/2000 ai 10 anni della procedura di risanamento di cui al Decreto L.gvo n. 174/2012 in quanto, mentre nel primo caso le misure di riduzione della spesa e aumento delle entrate sono imposte ed automatiche, nel secondo caso rappresentano una possibilità, non imposta né automatica, fra quelle a disposizione dell’Ente per la predisposizione di un preciso piano di risanamento finanziario.
E ancora, a proposito della possibilità di ripartenza da zero al termine dei 5 anni da parte della prossima Amministrazione in caso di dissesto finanziario è altrettanto errata perché, in ogni caso, la totalità dei debiti esistenti dovranno essere pagati comunque dall’Ente e qualora, al termine del quinquennio non fosse stato completato il piano di risanamento, dovranno essere necessariamente accantonate in bilancio tutte le somme occorrenti a pagare i debiti residui come spesa straordinaria da prevedere nell’arco dei successivi esercizi finanziari; di fatto, la durata del dissesto finanziario è dettata dai tempi operativi di risanamento del bilancio comunale e non da vincoli temporali predeterminati.
In conclusione si evidenzia ancora che, a differenza di quanto affermato dal sub commissario, con il beneficio dell’anticipazione del prestito di circa 18,5 milioni di Euro ottenuti attraverso l’adozione del cosiddetto piano salva-Comuni, da restituire in 10 anni, si permetterebbe al Comune di Pomezia di mettere in atto, senza alcun obbligo, una serie di misure di riequilibrio del bilancio comunale come il potenziamento delle risorse impegnate nell’accertamento dell’evasione tributaria, la riduzione delle spese per prestazioni di servizi mediante la rinegoziazione dei contratti in essere e la rateizzazione delle obbligazioni già assunte, l’ottimizzazione dei servizi erogati dagli organismi partecipati (Pomezia Servizi e Università) mediante la rinegoziazione dei contratti in essere e la rateizzazione delle obbligazioni già assunte, la definizione transattiva del contenzioso in essere, la riduzione delle spese di personale anche attraverso l’eliminazione dei fondi per il finanziamento della retribuzione accessoria dei dirigenti, l’utilizzo di entrate di carattere straordinario attraverso la valorizzazione/alienazione del patrimonio comunale. In sintesi, la differenza tra il Dissesto Finanziario e l’accesso al Decreto salva-Comuni è che nel primo caso si avrà sicuramente un aumento al massimo di tutti i Tributi Comunali (Tarsu, Imu, Tosap etc.) e del costo dei servizi a domanda individuale (mensa scolastica, scuolabus, asilo nido etc.), oltre alla presenza costante di una Commissione Straordinaria di liquidazione del Debito; i tempi di durata del dissesto sono determinati dal periodo occorrente all’attuazione del riequilibrio di bilancio. Con l’accesso al Decreto salva-Comuni (Legge 174/2012) invece, oltre ad ottenere il prestito di 18,5 milioni di Euro da restituire in 10 anni, l’aumento dei suddetti Tributi e Tariffe comunali dipenderà dal piano di rientro e di riequilibrio del bilancio, mentre la commissione straordinaria farà delle verifiche periodiche sull’attuazione del suddetto piano e, in caso di mancata attuazione, entro 20 giorni il Coniglio Comunale dovrà subito dichiarare il dissesto finanziario; in virtù del prestito e dei tempi di attuazione, con questa manovra la pressione fiscale sui cittadini sarà sicuramente meno pesante. Infine, pur capendo le difficoltà operative in cui si trovano i Commissari di Governo nel dover affrontare problematiche finanziarie di forte importanza politico-amministrative di competenza dalla classe politica e che sicuramente avranno forti riflessi economici negativi sui cittadini di Pomezia, non condivido la sbagliata informazione ai cittadini che tra qualche mese dovranno giudicare l’operato della formazione politica uscente. Capisco anche la necessità da parte dei Commissari di Governo di aspettare i risultati della relazione degli ispettori della Ragioneria dello Stato per verificare meglio lo stato del bilancio comunale e, dalla quale attingere eventuali altri suggerimenti tecnici per decidere meglio quale azione di risanamento del bilancio comunale avviare; non condivido però la possibilità di demandare alla prossima Amministrazione la scelta sulla dichiarazione di dissesto finanziario o al ricorso al Decreto salva-Comuni perché potrebbe rivelarsi tardiva e oltremodo dannosa per la Città ed anche perché potrebbe precludere al Comune di Pomezia la possibilità di accedere al beneficio dell’anticipazione del prestito di circa 18,5 milioni di Euro che permetterebbero all’Ente di far gravare meno sulle tasche dei cittadini il riequilibrio di bilancio. Preciso infine che la scelta politica di avviare le procedure per l’accesso al fondo salva-Comuni è già stata tracciata dalla precedente Amministrazione Comunale con l’approvazione della delibera di giunta n. 186 del 8 novembre 2012. Una procedura avviata per tempo dal Sindaco e dalla Giunta interrotta dalla sciagurata e dannosa scelta di quei consiglieri comunali di “maggioranza”che, con le loro dimissioni, hanno deciso lo scioglimento del Consiglio Comunale e l’arrivo dei Commissari di Governo, con i conseguenti numerosi danni economici a carico di tutti cittadini di Pomezia.
L’ex assessore alle politiche finanziarie Antonio Maniscalco”