Il dibattito sulle pensioni in Italia non si è mai fermato. Ogni tanto rallenta, viene accantonato momentaneamente, ma poi ritorna all’ordine del giorno in politica. Ora, ad esempio, infiamma nuovamente.
Quota 41 cos’è e come funziona la proposta
In gioco c’è il nuovo progetto di riforma Quota 41, voluto da Lega e Sindacati, e che andrebbe a sostituire dal 2023 Quota 102. La principale novità, come suggerisce il nome stesso, è che in pensione si potrà andare al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica.
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Il sistema pensionistico oggi
Per ora, ad oggi nel 2022, è possibile andare in pensione a 67 anni con un’anzianità contributiva di almeno 20 anni. Ci sono, poi, diverse modalità di pensionamento anticipato, tra cui l’Ape volontario o sociale, Isopensione, Quota 102, pensione anticipata per mansioni usuranti e infine pensioni per i lavoratori precoci e Opzione Donna.
Le criticità della nuova proposta
Quali sono le criticità di Quota 41? Anzitutto c’è da dire che, al momento, si tratterebbe di una scelta che è prevista solamente per alcune tipologie di lavoratori, i cosiddetti ”precoci” e quelli impegnati in attività reputate usuranti.
Un’opzione condivisa largamente dai sindacati seppure in alternativa all’ipotesi di pensionamenti attorno alla soglia dei 62 anni d’età. Applicare un trattamento del genere a tutti indiscriminatamente, avrebbe non poche conseguenze, soprattutto in considerazione dei conti pubblici finali.
Le stime di investimento per l’INPS
Sulla questione, appunto, l’INPS ha calcolato che l’ipotetica estensione generalizzata di Quota 41 potrebbe comportare un investimento di 4 miliardi nel primo anno di “attivazione” per poi arrivare a superare la soglia dei 9 miliardi nell’ultima annualità di un percorso decennale.
Proprio per questo Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, sembrerebbe aver caldeggiato un’altra proposta con l’obiettivo di consentire il pensionamento a 63-64 anni con la sola quota contributiva dell’assegno usufruendo dell’eventuale parte retributiva solamente a partire dal sessantasettesimo anno d’età
Rettifiche e controproposte
In tal mondo, facendo alcuni calcoli, il costo verrebbe abbattuto, e non di poco: il costo il primo anno, ad esempio, si fermerebbe a poco più di 400 milioni. Secondo il punto di vista della Lega, però, la spesa aggiuntiva per Quota 41 sarebbe meno esosa di quella stimata dall’Inps e continua a spingere su questa misura.
In questo caso il costo il primo anno si fermerebbe a poco più di 400 milioni. Secondo la Lega però la spesa aggiuntiva per Quota 41 sarebbe più contenuta di quella stimata dall’Inps.