Il commercio di vicinato, composto da piccoli negozi e attività commerciali, sta affrontando una crisi senza precedenti. Secondo il presidente di Confesercenti Toscana, Nico Gronchi, la vita media di un negozio di quartiere o di vicinato è di soli 19 mesi, il che significa che molte attività commerciali chiudono i battenti in appena due anni.
Questo fenomeno è causato da vari fattori, tra cui l’aumento delle grandi catene commerciali e degli outlet, la pressione fiscale e dei costi di gestione, la pandemia COVID-19 e il caro-energia. Molte attività commerciali, tra cui alcune storiche e che venivano portate avanti da generazioni, non hanno più la possibilità di reggere alla pressione e alla concorrenza e si trovano costrette a chiudere.
“Fino al 2010 avevamo assistito ad un fenomeno completamente opposto” – commenta il presidente di Confesercenti Nico Gronchi –. “Molte attività commerciali aprivano in 24 ore, spesso in conseguenza della perdita di lavoro e, con i soldi della liquidazione, molti si lanciavano ad aprire negozi o ristoranti. Un eccesso di confidenza, direi, con un mercato complesso; ci vogliono competenza, analisi dei costi, piani di ammortamento reali e di vendita ben calibrati, altrimenti un esercizio salta in poco tempo”.
Secondo Confesercenti, negli ultimi cinque anni un negozio appena aperto ha avuto una vita media di poco più di un anno e mezzo. “Ci sono le eccezioni ovviamente, secondo scelte di mercato ben mirate e già predisposte ma assolutamente da studiare bene prima di aprire un’attività commerciale”, spiega ancora Gronchi. “È chiaro che il fenomeno delle aperture dei centri commerciali, degli outlet con l’espansione del commercio elettronico stanno cambiando il volto del commercio. Tenere aperto un negozio è veramente difficile oggi. Forse esiste ancora qualche spazio nel food e nella ristorazione”.
In particolare, i piccoli negozi e le attività commerciali di vicinato hanno perso gran parte della loro clientela a causa dell’apertura di centri commerciali e outlet, ma anche dell’aumento del commercio elettronico, che ha reso difficile competere con i giganti del web come Amazon. Per questo motivo, molti negozianti del settore abbigliamento stanno cercando di trovare modi per sopravvivere in questo clima difficile.
Uno dei modi più efficaci per farlo è quello di utilizzare software specializzati per la vendita online, come ad esempio MagicStore, che aiuta i negozianti del settore fashion a vendere i loro prodotti online in modo efficace, attraverso il proprio sito web o le piattaforme di e-commerce e i marketplace della moda più famosi.
Utilizzando questo strumento, i negozi possono caricare facilmente i loro prodotti sul sito web o sui marketplace, gestire il loro inventario in tempo reale, monitorare le loro vendite e le prestazioni dei loro prodotti e apportare le modifiche necessarie per aumentare le vendite e il fatturato. Molti negozianti di abbigliamento lo hanno già adottato e hanno visto un aumento significativo del fatturato grazie alle vendite online.
Questo è particolarmente vero per le vendite su piattaforme marketplace come Zalando, Spartoo e Amazon, dove i negozi di abbigliamento possono raggiungere un pubblico globale e competere con i giganti del settore.
Tuttavia, nonostante l’aumento del commercio elettronico, ci sono ancora spazi per i negozi di vicinato, in particolare nel settore del food e della ristorazione. Ma i negozi che vogliono sopravvivere devono fare scelte precise e ben mirate, rivolte ad una clientela specifica, senza cadere nei tranelli della vendita all’ingrosso che spesso si traducono in rimanenze di magazzino.
Per competere con i grandi marchi bisogna agire in modo strategico, differenziandosi in maniera chiaro e definita; ad esempio i negozi di abbigliamento possono concentrarsi sulla vendita di prodotti di nicchia o su un’esperienza di acquisto personalizzata che i grandi marchi non possono offrire.