Come molti sapranno, l’ISEE è necessario per accedere a diverse forme di assistenza da parte dello Stato, e di recente è diventato indispensabile anche per i tanti bonus erogati dal Governo per poter supportare le famiglie in difficoltà economica dopo pandemia e crisi energetica.
Incremento del lavoro per i Caf
Proprio quest’anno, non a caso, nel 2022, i Caf sono sobbarcati di lavoro come mai prima. E questo per il rilascio dell’Isee di quest’anno, utile per richiedere l’assegno unico, il RdC, le borse di studio e molto altro.
Sono diversi, di fatto, i sussidi e gli incentivi messi a disposizione dallo Stato e che, soprattutto, hanno una scadenza imminente. Molti di questi hanno la deadline fissata proprio per il mese di giugno. Dunque: aumento del lavoro, aumento della burocrazia e dell’impegno presso i Caf. Tutti motivi che sono sufficienti per poter far immaginare che l’ISEE non sarà più un servizio erogato gratuitamente.
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Il servizio della dichiarazione ISEE
A oggi, per come stanno le cose attuali, si può ottenere l’Isee aggiornato in diversi modi. Il metodo classico prevede le richiesta al proprio commercialista o al Caf. Oppure, c’è l’opzione online: compilando il formato in autonomia sul sito dell’Inps o attraverso il nuovo servizio di Poste Italiane. Le dichiarazioni ISEE sono solitamente gratuite, e questo per legge. A meno che non si usufruisca del proprio commercialista.
Bonus in scadenza per l’estate
Tuttavia, nonostante la presenza anche di un servizio online d digitalizzato, i cittadini continuano a preferire l’affidamento della pratica a dei professionisti o agli uffici Caf. Solamente dall’inizio di quest’anno si sono rivolti ai Caf quasi 8 milioni di persone, un numero che a quanto pare è destinato a salire ancora, fino a sfiorare i 10 milioni di utenti per la fine dell’estate secondo le stime. I bonus, infatti, come anticipato, prevedono come scadenza proprio la stagione calda.
Pagamento per l’ISEE richiesto dai Caf
Anche se, come abbiamo spiegato, la dichiarazione Isee dovrebbe essere effettuata gratuitamente, potrebbe capitare di vedersi richiesto un rimborso spese. Sono molti i Caf che hanno lamentato un aumento eccessivo del lavoro a fronte dei pochi fondi a disposizione. In tal caso, i Caf dovrebbero seguire la stessa linea di compenso stabilita dall’Inps e quindi chiedere un pagamento a seconda della numerosità del nucleo familiare.
Le linee stabilite dall’INPS
Le fasce di appartenenza e il conseguente pagamento da dover effettuare, nel caso venga richiesto, sono:
- prima fascia: da 1 a 2 componenti il nucleo familiare, 10,81 euro;
- seconda fascia: da 3 a 5 soggetti, 14,33 euro;
- terza fascia: oltre 5 soggetti, 17,35 euro.