Quando un’azienda naviga in cattive acque e il fallimento è un’ipotesi ancora lontana ma non da escludere, qualunque imprenditore cerca, com’è ovvio, il modo per salvare il frutto del suo lavoro, senza dover vendere o svendere un solo pezzo della sua azienda.
In tal caso, un professionista esperto in risanamento aziendale, come il dott. Giuseppe Di Domenico, può essere la soluzione.
Cosa può fare un imprenditore in difficoltà?
Certamente nessun imprenditore può avere sonni tranquilli sapendo che il suo buon nome e la sorte della sua azienda, possano essere messi in discussione dal fantasma del fallimento.
La tentazione più forte, in questi casi, è aspettare che la banca si decida a riaprire i cordoni della borsa per tamponare le spese qua e là, e tirare avanti sperando nel miracolo.
Tutto ciò è la strada verso il disastro!
La cosa migliore sarebbe, invece, assumere un approccio diverso dal solito, per portare l’azienda fuori dalle secche…
Quali sono, allora, gli errori in cui l’imprenditore ricade più spesso?
Il primo fra tutti è quello di considerare i prestiti provenienti dalle banche come l’unica forma possibile di finanziamento della propria impresa, invece di prendere in considerazione altre leve da sfruttare per autofinanziarsi, prima che sia troppo tardi.
Altro errore è contattare nuovi fornitori, perché quelli abituali si rifiutano di consegnare nuove merci, se prima non vengono pagate quelle fornite in passato. Altro errore: dovendo pagare le imposte accumulate e stipendi ai dipendenti, si preferisce soddisfare esclusivamente gli ultimi rimandando a data da destinarsi il pagamento dei primi.
E così ci si riduce con l’acqua alla gola, senza nemmeno rendersene conto.
Ma, prima che la situazione degeneri fino a ritrovarsi nel punto di non ritorno, non sarebbe più oculato investire in un bravo professionista, specializzato nel risanamento economico delle piccole aziende?
Vale la pena di riflettere sulle parole pronunciate, in un suo discorso, da uno dei professionisti più affermati in materia: “Imparando a sfruttare in maniera attiva le quattro leve dell’autofinanziamento, la tua azienda sarà in grado di raggiungere e mantenere un equilibrio finanziario più duraturo riuscendo ad essere più solida e a finanziare il proprio sviluppo”.
Come finanziare, dunque, l’azienda in crisi con l’autofinanziamento?
Innanzitutto specifichiamo che autofinanziamento” non significa affatto risparmiare sui debiti, ma bensì trattasi di un discorso più ampio fatto di investimenti, sopravvenienze, risanamento dei conti e rilancio industriale”.
Come si realizza tutto ciò?
Sfruttando le seguenti quattro leve che creano liquidità e autofinanziano l’azienda.
Prima leva: le banche!
Le banche vanno coinvolte nel principio di autofinanziamento, non già come pie soccorritrici delle aziende in crisi, ma, nei limiti della legge, forzate a negoziare condizioni di rientro sostenibili. D’altronde le banche sanno bene che se un’azienda fallisce loro non potranno più guadagnarci sopra.
Seconda leva: i dipendenti!
Con costoro la questione è più delicata.
In caso di fallimento dell’azienda, la liquidità ricavata viene erogata di precedenza ai dipendenti per pagare loro il TFR e tre mensilità. Dopodiché potranno contare sulla Naspi per i prossimi 12 mesi. E poi? Molto probabilmente si ritroveranno disoccupati ad un’età che li estromette dal mercato del lavoro. Pertanto, a ragion veduta, si può proporre loro di rinunciare, ad esempio, alla retribuzione di qualche ora di straordinario, al fine di salvare l’azienda e il loro futuro lavorativo.
Terza leva: i fornitori
Anche con costoro si possono tentare nuovi accordi vantaggiosi per ambo le parti, mettendo in luce l’odissea a cui andrebbero incontro per recuperare i loro crediti, nel caso in cui l’azienda fallisse. L’obiettivo sarebbe, in tal caso, ottenere la loro disponibilità ad attendere qualche anno per rientrare del credito, prospettando un ricavo aggiuntivo basato su un tasso di interessi concordato da ambo le parti.
Ultima leva: lo Stato!
Con lo Stato c’è poco da scherzare. Però, con l’aiuto prezioso di uno specialista in risanamento aziendale, esperto di tutte le scappatoie legali in merito, si possono ottenere le massime dilazioni possibili nel pagamento delle imposte. D’altro canto, nemmeno allo Stato conviene irrigidirsi sulle sue posizioni in quanto, recuperando crediti dalla carcassa di un’azienda, rischia poi di dover mantenere futuri disoccupati.
Se desideri approfondire la tematica trattata in questo articolo, ed avere tutte le conoscenze più giuste e opportune in merito, puoi raggiungere il sito del dott. Giuseppe Di Domenico.