Dalle porte alle scale da interni: speranze e promesse eco sistemiche dalle fiere?
In maggio, di solito, i produttori che amano esporre i loro prodotti e le loro idee presso fiere e saloni mondiali del design e dell’architettura, iniziano a tirare le somme.
Due mesi prima, infatti – in marzo – si tengono i maggiori eventi mondiali in tema di arredo e amenagement degli spazi interni ed esterni. Così, appena sessanta giorni dopo, piovono le richieste di progetti, materiali, installazioni, da parte di futuri acquirenti, privati come aziende.
La partecipazione ad una fiera, infatti, costituisce un momento chiave nella comunicazione aziendale, poi, nelle vendite. Lo stand, pur nell’era digitale, resta materialmente il luogo di incontro e comunicazione tra azienda e clienti, tra professionisti diversi di uno stesso settore, tra aspiranti specialisti di un settore e segmenti già ultra-specializzati del mercato, cui affiliarsi o comunque accostarsi per acquisire know how.
L’anno 2019 è stato davvero ricco, dal punto di vista delle esposizioni in materia di architetture e design.
Chi fosse stato alla ricerca di idee inerenti al capitolo “scale da interni”, ad esempio, avrebbe davvero potuto sbizzarrirsi, girando anche un po’ il mondo, alla ricerca di rampe e gradini davvero originali o particolarmente belli e funzionali.
Lo stesso è valso per chi cercasse di specializzarsi, in quanto professionista, su questo o quell’altro segmento dell’architettura da interni.
Ci stiamo riferendo un po’ a tutti i Paesi del globo ed ai loro eventi fieristici con stand dalle caratteristiche più varie: dei veri e propri “campi base” per addetti ai lavori, committenti e semplici curiosi.
Infatti, da Rho a Saint Etienne, passando certamente prima da Reykjavik, Roma e Rovaniemi, le proposte sono piovute, come sempre puntualissime ed interessantissime. Non dimentichiamo, tra l’altro, la fiera che si è svolta a San Paolo in Brasile, includendo anche l’America Latina tra le mete per gli appassionati di architettura e design.
Fiere e settimane a tema: per un design che renda felici
Gli interni e le finiture, le scale da interni, i rivestimenti più à la page, ma anche i migliori consigli degli esperti sono stati presentati con dovizia di dettagli, come sempre. Ed anche gli aspiranti architetti hanno potuto beneficiare di informazioni, proposte di stage e specializzazione.
Alcune fiere si pongono l’obiettivo di pubblicizzare questo o quel prodotto, favorendo le commesse presso questo o quell’altro produttore di scale interne, gradini, serramenti. Altri eventi, come, ad esempio, la settimana del disegno artico di Rovaniemi, in Finlandia, tendono soprattutto a mettere in evidenza il ruolo del design in regioni particolari, come possono essere, per l’appunto, quelle artiche.
Il concetto di fondo, oggi, è che il design, oltre a dover essere funzionale, deve semplificare la vita, incrementando le opportunità in cui ci si possa davvero sentire felici.
Il design in un momento di forte crisi ambientale
I dibattiti infuocati intorno al tema ambientale pervadono finalmente ogni campo della vita, delle opinioni, del sapere … e del lavoro. Qualcosa è davvero cambiato, di recente. Nessuno, da domani, comprerà più un paio di jeans di troppo, sceglierà un’auto nuova o dei gradini in marmo, senza prima interrogarsi circa la civiltà ambientale del proprio gesto.
Da sfacciati consumisti compulsivi, forse rischiamo davvero – ed era ora – di avviarci verso una correzione. Ci avviciniamo al consumo moderato e consapevole?
Questo è solo un progetto, per ognuno di noi. Ma il campanello di allarme ha finalmente raggiunto anche le nostre orecchie. E quelle dei designer.
Del resto, in inglese, il termine design designerebbe proprio questo: un progetto.
Design e designer, non sono realmente parole iper-specifiche da relegare alla connotazione della produzione (e progettazione) oggettuale, dell’arredamento, della stravaganza artistica di chi abbia competenze ingegneristiche ed anche velleità da artista di nicchia.
Il design, nella sua accezione originaria, è un termine programmatico, indicando un’idea complessa, globale, quasi olistica, da realizzare. Un andare avanti attento all’insieme dell’intero contesto. Ed ogni approccio della realtà effettuato a 360 gradi non può, oggi, non tendere alla diminuzione degli sprechi.
Costruire una casa, progettare un balcone, comprare un divano, una piantana o scegliere tra le diverse scale a giorno per facilitare la comunicazione tra locali differenti, sono azioni apparentemente banali. Vivere con consapevolezza, disegnare un futuro consapevole, significa includere in ogni scelta quotidiana – si tratti di imbottire un panino o di scegliere travi portanti – un pensiero al futuro: nostro, degli altri, del pianeta.
Eventi ed installazioni ecosostenibili
Segnaliamo infine, per chi non avesse potuto prendervi parte, che in aprile si è tenuto, nell’ambito della Milano Design Week, un’importante manifestazione collaterale, quanto centrale!
Stiamo parlando del Fuorisalone 2019, nel corso del quale si è davvero puntato sull’intreccio tra il design e l’ecosostenibilità.
Diverse installazioni green e wise sono state protagoniste dell’incontro tra il pubblico e l’architettura eco-friendly, proponendo soluzioni a diversi problemi del vivere quotidiano: la gestione degli spazi di vita ai fini plastic free, la centralità di materiali come il legno e l’alluminio recuperati e riciclati in seguito ad eventi catastrofici, la ricreazione di atmosfere e fragranze organiche.
Esperienze totalizzanti, nuove per molti, ma che sicuramente tenderanno a divenire via via più abituali e routinarie.