Novità da parte dell’agenzia delle entrate in materia di certificazione unica per il 2024. Il documento, che riassume i redditi percepiti dal contribuendo, si comporrà infatti di nuovi modelli. Cosa cambierà dunque e tutte le modifiche introdotte per l’anno in corso.
CU, ovvero la certificazione unica. Ogni anno i lavoratori lo ricevono dal proprio datore di lavoro attraverso, di solito, il commercialista incaricato. Dopodiché deve essere trasmessa – il passaggio solitamente è automatico – all’Agenzia delle Entrate. Nel 2024, da quanto si apprende, sono stati introdotti nuovi modelli per ciò che riguarda alcune prestazioni tra cui, ad esempio, quelle per l’assegno unico e per i contratti sportivi.
Certificazione Unica 2024: cos’è
Questo documento rappresenta la fotografia dei redditi percepiti nell’anno precedente. Quest’anno ad esempio la CU riguarderà tutti quelli corrisposti nel 2023, tra cui stipendi ma anche provvigioni, redditi da lavoro autonomo, le ritenute d’acconto, ecc. Come detto nella maggior parte dei casi la redazione del documento è a carico del datore di lavoro.
La certificazione unica, dal punto di vista fiscale, attesta la corretta erogazione degli emolumenti, il regolare pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali e verificare se le cifre presenti corrispondono a quanto dichiarato dai lavoratori. La sua emissione è rilevante ogni anno ai fini della compilazione del 730. Per quanto riguarda invece pensionati e titolari di altre prestazioni è l’Inps a farsene carico.
CU e CUD, le differenze
La CU (certificazione unica) non va confusa con il CUD, ovvero il modello che si usava in passato che proprio la certificazione unica ha sostituito a partire ormai dal 2015. La principale differenza risiede nel fatto che l’attuale modello racchiude al suo interno tutti i redditi percepiti nell’anno di imposta di riferimento. Da qui il termine, per l’appunto, “unica”.
Le novità 2024: cosa sapere
Vediamo adesso le principali novità per l’anno in corso. Oltre ai nuovi modelli menzionati in apertura, c’è da segnalare la proroga fissata al prossimo 31 ottobre per le certificazioni che contengono solamente redditi esenti o non dichiarabili con il modello del 730 per l’anno in corso. Per chi invece ha aderito al regime forfettario (partite Iva con tassazione al 15% o altro regime fiscale di vantaggio) è stato eliminato l’obbligo della certificazione unica già dall’anno di imposta 2024. Tuttavia resta l’obbligo di inviare la CU – entro il16 marzo – per le spettanze 2023.