Caro bollette, un tema che ormai è diventato centrale nel nostro Paese (e ancora non siamo entrati nella fase più critica, ovvero la prossima stagione invernale) considerando la portata della crisi che ha già messo a dura prova imprese e famiglie. Così, mentre dal lato dei consumatori si cerca di mettere in pratica tutte le soluzioni a propria disposizione per ridurre i consumi (qui e qui due utili guide sul tema), dall’altro le aziende cercano di correre ai ripari cercando soluzioni anti-spreco. Per evitare di chiudere i battenti o aumentare ulteriormente i prezzi. Ecco allora l’ultima ipotesi sul tavolo.
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Meno giorni di lavoro ma con più ore per diminuire i costi
L’ultima proposta di cui si sta discutendo è quella di aumentare le ore di servizio giornaliere diminuendo al contempo però i giorni lavorativi settimanali. In pratica lavorare più ore al giorno ma per meno giornate. Un’ipotesi teoricamente realizzabile passando però attraverso lo strumento della contrattazione dato che tale decisione, eventualmente, non può essere presa unilateralmente dal datore di lavoro ma in accordo con i dipendenti.
Le ipotesi pratiche
Tra le ipotesi ventilate c’è quella di organizzare, previo accordo Sindacati-lavoratori-Azienda ripetiamo, settimane da 4 giorni lavorativi ma a 10 ore anziché 8, per i contratti full-time. Un’altra alternativa potrebbe essere quella di rimodulare gli orari sulla base di periodi dell’anno pre-stabiliti, come ad esempio quelli in cui l’azienda saprà già di dover affrontare una maggiore produzione. Gli unici paletti a queste ipotesi, ed entro i quali chiaramente bisognerà nel caso muoversi, sono quelli rappresentati dalle normative che disciplinano il mondo del lavoro come il numero massimo di ore lavorative a settimana e giornaliere (considerando anche le pause, gli straordinari, ecc), nonché l’intervallo che deve intercorrere tra un turno e l’altro.
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