TARI 2022. In vista e all’orizzonte ci sono nuovi obblighi per i Comuni, volti a regolare con maggiore efficacia (si spera!) la qualità del servizio di gestione del rifiuto urbano. Le nuove norme entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio del prossimo anno. Di fatto, ARERA, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, ha introdotto, per mezzo della delibera 15/2022/R/rif, una nuova serie di obblighi sulla TARI che hanno come destinatari proprio i Comuni.
Tari 2022: cosa cambia per i Comuni
Le norme entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio del prossimo anno. Vediamo nel seguente articolo tutte le ultime novità sulla TARI 2022. Ma prevede il nuovo set di obblighi in vigore al prossimo 1 gennaio 2023? Anzitutto, i Comuni avranno norme più stringenti per quanto concerne la continuità, regolarità e sicurezza del servizio, poi, in relazione alla qualità contrattuale assumono rilievo:
- la corretta e sistematica gestione delle richieste di attivazione, variazione e cessazione del servizio;
- la gestione celere e rapida dei reclami, delle richieste di informazioni e di rettifica degli importi addebitati;
- le modalità e periodicità di pagamento, la rateizzazione e il rimborso degli importi non dovuti;
- il ritiro dei rifiuti anche su chiamata;
- normalizzazione della gestione dei disservizi e della riparazione delle attrezzature per la raccolta domiciliare.
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Cosa cambia per gli utenti
Non mancheranno, inoltre, le novità anche per gli utenti. La prima, forse la più importante riguarda proprio il piano straordinario di pagamento dilazionato della TARI. I Comuni di riferimento dovranno garantire un’ulteriore rateizzazione per rate di importo minimo pari a 100 euro.
Tempi per reclami e rimborsi
Per quanto riguarda, infine, i reclami e la gestione delle richieste di informazione e di rimborso degli importi addebitati erroneamente, i nuovi standard prevedono tempi di risposta pari a 30 giorni. La verifica del bollettino TARI e la rettifica delle somme addebitate deve essere inoltre effettuata entro i 60 giorni lavorativi e non oltre, e i rimborsi erogati entro 120 giorni dalla richiesta.