I buoni postali ora sono sempre più convenienti e non c’è più alcun dubbio. Il rendimento di quelli ordinari, infatti, è tornato a salire e il tasso del prodotto è del 2% contro lo 0,5% precedente. A deciderlo un decreto del Ministero dell’Economia del 6 luglio scorso, che di fatto ha quadruplicato il rendimento, ha alzato i ventennali per contrastare l’aumento dell’inflazione. E questi tassi di interesse, quindi, sono ancora più vantaggiosi per i sottoscrittori.
Quanto rendono i buoni postali
La novità, però, riguarda solo chi sottoscrive un nuovo buono. Quelli precedenti al cambio, alla variazione, rimangono con quel rendimento. Sì, perché chi ha sottoscritto un buono, in realtà, lo conserva con lo stesso tasso fino alla scadenza. E, di conseguenza, la novità del nuovo tasso riguarda solo chi presenta un buono postale dal 6 luglio in poi.
Qual è la differenza con i Btp
Secondo il Corriere della Sera, nel nostro Paese sono oltre 46 milioni i buoni postali fruttiferi in essere. Ma bisogna fare una distinzione con i Btp, i buoni del Tesoro: in questo caso, infatti, il rendimento è sempre fisso e ci sono vantaggi e svantaggi. Come spiega il quotidiano La Repubblica, il tasso dei Btp è sempre uguale, ma sul mercato secondario i rendimenti si adeguano e, quindi, chi vuole vendere o comprare i buoni del tesoro potrà farlo sfruttando le differenze di prezzo. I buoni postali, invece, hanno sempre il valore nominale: rendono meno rispetto ai Btp, ma c’è una certezza perché non si rischiano mai perdite sul capitale.