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Bonus sulla tredicesima? Le ultime novità e le proposte del Governo

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Il Governo guidato da Giorgia Meloni pensa al bonus sulla tredicesima, che sarebbe gradito a tutti i lavoratori. Per un simile obiettivo, sarà prima obbligatorio “detassare” la mensilità extra sul lavoro. La proposta che potrebbe far contenti milioni di italiani, è arrivata per bocca del viceministro al Ministero dell’Economia, Maurizio Leo. Per lui, “deve diventare prioritario mettere più soldi nelle tasche degli italiani durante l’ultimo mese dell’anno”. 

Il bonus sulla tredicesima pensato dal Governo Meloni

La volontà d’incrementare l’ultimo stipendio dell’anno c’è, ma forse oggi all’Esecutivo della Meloni mancano delle solide coperture per mettere in pratica quest’avvincente proposta politica. Come detto, al Ministero dell’Economia vorrebbero abbassare le tasse su quel tipo di pagamento, così da riconvertirlo in più soldi a disposizione dei singoli lavoratori. A esporre l’idea, infatti, è stato il viceministro Leo durante la Commissione congiunta delle Finanze di Camera e Senato: “Una retribuzione straordinaria come ad esempio la tredicesima può essere assoggettata a una tassazione più bassa per mettere più soldi nelle tasche degli italiani nell’ultimo mese dell’anno”. 

Se passasse la riforma, cosa succede?

Se passasse la “detassazione” della tredicesima, automaticamente i lavoratori si troverebbero qualche soldino in più all’interno della loro tredicesima. Certo, oggi è difficile poter stabilire quale cifra toccherà quel tipo di pagamento per ognuno. Essendo ancora una proposta, ancora nessuno si è posto dei calcoli matematici per far quadrare l’idea. Anzi, già dall’idea sono emersi i primi problemi pratici si una simile iniziativa economica: le coperture per poter garantire “bonus tredicesima” a tutti e tutte. L’unico modo per stabilire se una simile riforma passerà mai, sarà quella di valutare quante risorse si avranno il tavolo il giorno che verrà messa per scritto. Insomma, un metodo velato del viceministro Maurizio Leo per mettere le mani avanti sulla propria proposta politica e davanti al pericolo “fallimento” di essa. 

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