Le bollette del gas cambiano ancora. Il passaggio al mercato libero modifica la situazione per i contribuenti. Dove si spende meno.
Luce e gas, croce e delizia per molti. In particolare quando c’è da pagare. Il motivo che spinge i contribuenti a saltare idealmente sulla sedia è il mercato libero: passaggio obbligato, ma non facilissimo da digerire per molti che speravano in un impatto meno forte sul piano della congiuntura. Siamo di fronte alla volontà di un nuovo corso, ma non è detto che riesca a essere introiettato da tutti. Le bollette sono in forte rialzo.
Sarà compito della politica gestire il raccordo fra malcontento dell’opinione pubblica e necessità: avere a che fare con prezzi maggiorati non è sempre un bene, in particolare quando in alcune zone d’Italia – anche post Covid – non si riesce a uscire dalla crisi. La congiuntura, in altre parole, c’è per tutti ma in alcuni posti si sente un po’ di più. Anche a causa delle imposte da pagare e dei servizi da saldare con importi più alti del dovuto.
Gas e luce in aumento
La classifica con il passaggio al libero mercato parla chiaro: su 20 città la maggiorata in termini di prezzo è Roma che sia sul fisso che sul variabile si attesta intorno ai 2045 euro medi. Seguita da Catanzaro che arriva a toccare i 2032. Subito dopo c’è Palermo con 2024. Cifre che restano comunque alte a dispetto di Milano, dove crescono gli affitti e i costi della vita, ma luce e gas rimangono sui 1816 euro medi. In scia Trieste, Bolzano e Trento.
Napoli, Firenze e Torino restano sui 1920 euro di media fra le utenze. Una vera e propria escalation che porterà il Governo a ridiscutere di incentivi, altrimenti alcuni dovranno rifugiarsi nella mora. Tanti sono quelli che decidono di non pagare immediatamente e rifugiarsi nella rateizzazione per evitare problemi. In questo modo le scadenze sono soltanto rimandate, ma sempre presenti. Un modo per ammortizzare inevitabilmente quello che verrà.
Gli effetti del mercato libero
Parola ai feedback dei consumatori: lo Stivale si adatta al cambiamento, con tutto quel che ne deriva, ma le statistiche a confronto – rispetto agli ultimi due anni – sono impietose. L’esecutivo aveva garantito una tempesta con l’arrivo del nuovo anno, da fronteggiare attraverso l’impegno comune.
A vincere, in termini di risparmio, per il momento è il nord. Anche se si tratta ugualmente di cifre considerevoli, vista la situazione in cui verte il Paese. Gas e luce non fanno altro che aumentare le criticità in fatto di gestione patrimoniale: non intesa come Legge, ma proprio come necessità di sussistenza collettiva.