Lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura per il Superbonus dà spazio al governo per la riforma delle pensioni. Più fondi, quindi, dal punto punto di vista previdenziale. Con 30 miliardi di euro che potranno essere inseriti nel prossimo Def.
Come aumenteranno le pensioni con lo stop del Superbonus?
Quali saranno le modifiche? Su Opzione donna c’è la possibilità di introdurre uno sconto di 4 mesi per ogni figlio sull’età pensionabile per la pensione di vecchiaia, fino a un massimo di 12 mesi. E così chi vuole potrebbe andare in pensione a 66 anni anziché 67. Per i giovani anche si attendono novità. Per i contributivi puri, è all’esame la possibilità di estendere il diritto all’integrazione al minimo, così da tutelare chi andrà in pensione con un assegno d’importo non adeguato al costo della vita. E l’addio alla legge Fornero? I sindacati chiederanno di nuovo di scendere a 62 anni o in alternativa a 41 anni di contributi per tutti.
Il piano è di scendere a tre scaglioni Irpef. Quali? Fino a 15.000 euro di reddito: 23%, quindi verrà mantenuta la stessa percentuale di oggi. Mentre per i redditi superiori a 15.000 euro ed entro i 50.000 euro, per i quali oggi sono previste due distinte fasce (una per i primi 28.000 euro con aliquota del 25% e l’altra, con percentuale del 35%, per i successivi), si passerà a un aliquota unica del 27%. E sopra i 50.000 euro? Dovrebbe essere mantenuta l’aliquota del 43%. Chi ne beneficia? I pensionati con reddito compreso tra i 35 e i 40 mila euro, che ora, invece, sono penalizzati dalla nuova rivalutazione. Di quanto? Tra i 100 e i 120 euro mensili. Rischia di mettere in ginocchio imprese e famiglie, ma l’addio alla cessione del credito per il Superbonus (e non solo) rappresenta una buona notizia per i pensionati in quanto conferma le buone intenzioni del governo Meloni in merito alla riforma.
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