Al vaglio dell’Esecutivo un nuovo taglio del cuneo fiscale. Quest’ultimo è dedicato alle fasce più fragili della popolazione, quelle con un reddito più basso, così da poter aumentare gli stipendi nel 2023. In particolare, l’intervento sul cuneo fiscale previsto dalla nuova legge di bilancio dovrebbe essere duplice: per un verso la conferma del taglio di due punti introdotto dal governo Draghi e dall’altro il taglio di un ulteriore punto per i redditi sotto una certa soglia.
La manovra economica e il taglio del cuneo fiscale
La manovra economica contenuta nella nuova legge di Bilancio va verso i 32 miliardi di euro, nei quali la parte del leone è giocata dalle misure necessarie per far fronte al caro bollette che si attestano intorno ai 21 miliardi. La prima manovra del governo Meloni è all’esame del Consiglio dei ministri nel corso di queste ore. Per quel che riguarda il taglio del cuneo fiscale, esso dovrebbe avvenire secondo due direttive: da un lato la conferma del taglio contributivo attuale di due punti per i redditi fino a 35 mila euro introdotto dal governo Draghi e dall’altro un nuovo taglio del cuneo, di un solo punto, per le fasce economiche più basse, ovvero quelle aventi redditi sotto i 20-23 mila euro. L’operazione avrà un costo di circa 5 miliardi dei quali due terzi ai lavoratori e un terzo ai datori di lavoro.
Gli scenari possibili per l’aumento degli stipendi
In virtù di quanto detto, ci sarà un aumento degli stipendi? In merito, per il prossimo anno sono tre gli scenari possibili. Il primo vede la conferma di quanto già in vigore e in questo caso appare alquanto evidente che non cambierebbe nulla e gli stipendi rimarrebbero quelli attuali. Il secondo caso invece sarebbe quello di aumentare il taglio del cuneo al 3% ma destinando un terzo della quota alle imprese. Per i lavoratori in termini di stipendio cambierebbe poco, discorso diverso per le aziende che trarrebbero maggior beneficio e sarebbero incentivate ad assumere. L’ultimo scenario possibile è infine quello che vede l’aumento del taglio del cuneo fiscale a 3 punti percentuali e destinando tutto ai lavoratori. In quest’ultimo caso si andrebbe, effettivamente, verso un aumento dello stipendio.