Cambiano le regole dell’assegno unico dal 30 giugno 2023 (ovvero oggi). Questa la decisione del Governo Meloni, che già da diverso tempo aveva aperto un intenso dibattito all’interno della maggioranza sulla delicata tematica. Chi percepisce l’assegno AUU (Unico Universale), dovrà stare molto attento riguardo le nuove scadenze imposte dell’Esecutivo italiano per chiederne la fruizione.
Come cambia l’Assegno Unico da oggi?
Oggi è un giorno fondamentale per chi percepisce questo tipo di assegno, in quanto segna una scadenza importante per chi tiene figli a carico. Per chi ancora non lo percepisce, la giornata odierna rimane l’ultima occasione per poterlo richiedere. Operazione complessa per chi non si è preparato nelle settimane scorse, considerato come bisogna aggiornare l’ISEE, oltre ad avere il diritto degli arretrati fino al marzo scorso.
Nessuna deroga nel cambio di regolamento per l’AUU
Le nuove regole attorno all’Assegno Unico Universale, da come abbiamo avuto modo di leggere, non lasciano spazio a deroghe in nessun caso. Infatti, appare un regolamento molto rigido per chi ne vorrà chiedere la fruizione nell’immediato futuro. Per chi non farà la richiesta dell’AUU, non ci sarà alcun riconoscimento degli arretrati dovuti per i precedenti mesi di marzo, aprile, maggio e giugno. Nella sostanza, per il genitore interessato non ci sarà nessuna possibilità di andare a recuperare i soldi persi.
Una scadenza per poche famiglie in Italia
Secondo i calcoli messi in atto dal Governo Meloni, tale regole – sul suolo italiano – dovrebbe riguardare un numero limitato di famiglie. Questo per l’azione dell’INPS, che ha già impostato il rinnovo automatico dell’Assegno Unico tra febbraio e marzo per chi ne risultava già beneficiario. Condizione che, nella pratica, ha esentato diversi genitori a non ripresentare la domanda in questo periodo.
A chi interessa la nuova regola dell’Assegno Unico?
Come scritto in precedenza, la nuova regola sugli Assegni Unici interessa una platea limitata di persone in Italia. In tale situazione, infatti, troviamo:
- chi pur avendo figli a carico non percepisce ancora l’assegno unico in quanto non ne ha presentato domanda;
- chi non ha ancora richiesto l’Isee 2023 e quindi sta percependo della quota minima di assegno unico;
- chi è in regola con domanda e Isee ma potrebbe presentare un Isee corrente così da aumentare l’importo dell’assegno unico.