Controlli e verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate, al vaglio eventuali difformità tra redditi dichiarati e quelli effettivamente percepiti. L’invito a mettersi in regola.
Dichiarazioni incomplete, dati omessi, o irregolarità nella trasmissione dei redditi percepiti. Stanno arrivando in questi giorni numerose lettere ai cittadini da parte dell’Agenzia delle Entrate che, nell’ambito dei consueti controlli fiscali, ha rilevato numerose difformità relative all’anno di imposta 2020. Secondo i dati disponibili si parla di almeno 3,2 milioni comunicazioni inviate soltanto lo scorso anno: l’invito è quello di regolarizzare la propria posizione.
Cosa sono le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate
Questo tipo di avvisi sono chiamati lettere di compliance. Si tratta di comunicazioni in cui l’Agenzia delle Entrate comunica al contribuente di aver rilevato anomalie nelle dichiarazioni dei redditi presentate. I casi possono essere molteplici: dati omessi o riportati in modo infedele, documentazioni parziali, difformità tra quanto trasmesso e quanto risultante nella banca dati dell’Ente.
E’ in questo contesto dunque che l’Agenzia delle Entrate fa recapitare gli avvisi per permettere ai cittadini di adempiere a quanto richiesto, regolarizzando l’errore o rimediando all’omissione. Parliamo del provvedimento noto come “ravvedimento operoso” che consente ai contribuenti di evitare di incorrere in multe e sanzioni “sanando” l’errore/omissione commessa. Di fatto, in questa fase, non si parla di notifica di accertamento ma soltanto di una comunicazione preliminare proprio per dare modo al cittadino di mettersi in regola.
Cosa fare se si riceve la lettera delle Entrate
Ma cosa fare se si è ricevuta la comunicazione? Ebbene, le strade sono due. Se il contribuente non ritiene corretti i dati indicati nella sua dichiarazione, può comunicarlo all’Agenzia delle Entrate, inviando eventuali elementi o documentazione integrativa. E’ opportuno sottolineare che la lettera di compliance non possono essere autonomamente impugnabili perché non rientrano tra gli atti impositivi emessi dall’Agenzia delle Entrate. Come detto si tratta di un avviso preliminare che soltanto in seguito potrà dare luogo all’accertamento vero e proprio.
Valanga di comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate, cosa sta succedendo
Veniamo ora ai casi recenti citati in apertura. In particolare, da quanto si apprende, ci si riferisce a presunte anomalie riferite a redditi da lavoro (o assimilati), da lavoro autonomo o anche scaturiti da contratti di affitto non dichiarati. Chiaramente è impossibile generalizzare perché ogni caso è a sé e le azioni da intraprendere da parte del contribuente variano a seconda di quanto segnalato/contestato da parte dell’Agenzia delle Entrate. Accedendo al proprio cassetto fiscale, o avvalendosi del proprio consulente di fiducia, è possibile conoscere la propria posizione e/o le sanzioni da corrispondere.