Ieri il Sindaco Fabio Fucci ha incontrato i dipendenti del Consorzio universitario in assemblea permanente e gli studenti iscritti ai corsi. Durante l’incontro, durato circa un’ora e mezza, il Primo Cittadino ha ascoltato i lavoratori e gli studenti e risposto alle numerose questioni sollevate.
“Ho ribadito le motivazioni che ci hanno portato a prendere una decisione così dolorosa – afferma Fucci – ma ho anche spiegato loro che il contesto normativo ci obbligava ad andare nella direzione dello scioglimento del Consorzio. La nostra priorità, in questa situazione, sono i dipendenti, ma non possiamo essere ottimisti riguardo una eventuale ricollocazione. Nei prossimi giorni incontreremo le rappresentanze sindacali per un confronto. Per quanto riguarda gli studenti invece – conclude il Sindaco – stiamo contattando le Università di riferimento – la Sapienza per il corso di Infermieristica e l’Università europea di Roma per Economia e Giurisprudenza – per cercare una soluzione che crei il minor disagio possibile agli studenti”.
Contrario alla chiusura, invece, il consigliere comunale Luigi Celori. “Risanare i conti? Bene. Far emergere le nefandezze degli utlimi anni? Benissimo. Cara maggioranza, noi queste cose le abbiamo sempre denunciate, Ora avete gli strumenti per azzerarle. Ma fatelo bene, non come è successo per gli stipendi dei dirigenti comunali. Non fate i Marchesi del Grillo, ascoltate qualche consiglio gratuito. Correggete il tiro. Altrimenti Pomezia non esce dal buio ma piomba del baratro. Non si può far pagare ai giovani la vergognosa gestione del Selva dei Pini. Lì sono accadute cose innenarrabili, è vero, ma l’università cosa c’entra? Perché chiuderla? Semmai vanno eliminate le regalie, le consulenze, gli sprechi, non certo gli studenti. Per il bene del territorio va rilanciata l’attività didattica e va messo a reddito tutto il resto delle strutture. L’università al Selva dei Pini, infatti, occupa pochissimi spazi. Altrimenti rischiamo, come si dice, di gettare il bambino e l’acqua sporca. L’università è un fiore all’occhiello per Pomezia e la proietta anche oltre i suoi confini. E’ sciocco rinunciarci anche se gli studenti sono solo 200. Lo sforzo, semmai, è far ritornare gli studenti ai quasi duemila che erano iscritti quando i professori provenivano dalla Sapienza”.
Matteo Acitelli