Hanno occupato la scuola elementare Trilussa di Pomezia e intendono andare ad oltranza i dipendenti di Appalti Storici che si occupano delle pulizie negli istituti scolastici.
40 lavoratori pometini hanno da questa stasera aperto il Trilussa e hanno deciso di rimanerci. Ostacoleranno l’entrata agli alunni, circa 1000, domani mattina.
La motivazione è pesante. 62 persone vittime della riduzione del 25% delle loro ore di lavoro e dello stipendio. Il primo marzo accuseranno un altro taglio all’occupazione che andrà dal 58% al 90%. Questo meccanismo vizioso sta interessando 24mila lavoratori in Italia che a macchia d’olio stanno scendendo in piazza e stanno occupando le scuole proprio in questi giorni.
Durante la protesta di questa sera il sindaco di Pomezia Fabio Fucci insieme ad altri amministratori comunali ha cercato di parlare con i dipendenti, per cercare un accordo ed evitare la chiusura della scuola, ma gli operatori della cooperativa della “Romana Petrus” e della “Activity” hanno deciso di andare avanti e alzare i toni per sensibilizzare l’opinione pubblica. I rappresentanti politici locali sono stati allontanati.
“Non possiamo andare avanti così- ha strillato una operatrice ex Lsu – mio marito e io facciamo lo stesso lavoro e guadagniamo 1600 euro in due dopo i tagli. Ora dobbiamo aspettarci 600 euro in due? abbiamo una figlia e dobbiamo dirle che non può più studiare, il mutuo come lo pagheremo? La nostra voce in tutta Italia non è mai stata ascoltata, perché non interessa a nessuno che fine faranno quelle che hanno tenuto per anni le scuole pulite”.
Uno squillo di telefono ha poi rotto le interviste e immediatamente abbiamo capito che dall’altra parte della cornetta c’era una madre che chiedeva spiegazioni.
“Era la rappresentante degli studenti – ha poi riferito un’altra lavoratrice – ha detto che se non apriamo la scuola domani mattina arriveranno con i forconi”.
Due diritti violati, istruzione e lavoro che rimangono anno dopo anno penalizzati a causa di un sistema politico insano che colpisce le persone, gli elettori, il futuro, un sistema che rimane a guardare lo scontro tra genitori e dipendenti che sono genitori a loro volta. Nessun vincitore, ma tanta disperazione negli occhi delle donne che stanotte rimarranno sveglie nella scuola, nelle famiglie che domani mattina non avranno un servizio obbligatorio. Un altro dramma tutto pometino, tutto italiano, che noi giornalisti dobbiamo riportare fedelmente e dal quale dovremmo rimanere super partes.
Francesca Poddesu