Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta dei dipendenti comunali che martedì 20 dicembre sciopereranno e scenderanno in piazza a manifestare il loro dissenso verso l’Amministrazione 5 Stelle e, in particolare, nei confronti del sindaco Fabio Fucci.
“È indubbio che in questi tre anni l’amministrazione Fucci ha realizzato una serie d’interventi sociali ed opere pubbliche qualificanti, ad esempio la Torre Piezometrica di Santa Palomba, piste ciclabili, strade di collegamento, nuova scuola materna ed asilo nido, asfaltatura delle strade, piantagione di alberi, estensione della raccolta differenziata dei rifiuti ed altro, ebbene tutto questo ed altro è stato possibile perché l’Amministrazione ha dato un indirizzo politico ma chi ha progettato, programmato e coordinato e seguito la realizzazione di tali attività sono stati i dipendenti comunali.
Qui sta la nota dolente perché ormai è assodato che l’azione intrapresa dall’Amministrazione in modo pressoché sistematico è quella di ignorare il ruolo, le competenze e i meriti dei dipendenti comunali spesso ignorati ed in molti casi disprezzati e umiliati. Ad esempio nella brochure (Nuova Vita a Pomezia) distribuita anche davanti alle scuole, vengono dettagliatamente elencatele opere eseguite relativamente al progetto PLUS senza alcun riferimento all’operato e allo sforzo profuso dal personale, ma incensando i soli amministratori politici della giunta.
Ora, ciliegina sulla torta, l’amministrazione si rifiuta di incontrare i rappresentanti dei lavoratori per contrattare le loro retribuzioni, cosa che peraltro la legge impone ogni anno di fare.
Si è arrivati a negare per circa un anno il diritto al buono pasto dovuto per legge sbloccando la situazione alla fine del 2015 solo dopo un’estenuante trattativa.
Insomma stiamo assistendo a un paradosso: mentre la collettività vede molti servizi e attività migliorati e gli amministratori vantare i risultati della buona gestione, vengono pesantemente discriminati proprio i soggetti che assicurano nei fatti tutto questo.
La credibilità di un sindaco – che nel giugno 2016 in una riunione con i sindacati, ottenendo la disponibilità per lo svolgimento della Estate Pometina, prometteva una soluzione equilibrata all’annosa questione del recupero richiesto dal MEF sui fondi contrattuali – non è stata seguita da alcuna azione risolutiva, anzi, pur in presenza di uno stato di agitazione, non si è presentato in Prefettura per tentare un conciliazione né si è premunito di convocare la RSU e le Organizzazioni Sindacali per trovare fattive soluzioni.
Da ciò lo sciopero dei dipendenti troppo frustrati, troppo demotivati e ora decisi a ribaltare un andazzo francamente insostenibile.
Preoccupa questa assenza di sensibilità politica di chi ha assunto anche un ruolo istituzionale nell’ambito della Città metropolitana, un gran brutto esempio per i colleghi sindaci del territorio.
Anche in materia di trasparenza ci sono significativi punti di caduta: molti atti non sono visibili sul sito del Comune (in particolare le liquidazioni a professionisti, appaltatori, avvocati, consulenti ed associazioni) e anche in materia di “bilancio partecipato” siamo su un binario morto.
Manca ancora un vero sistema di gestione della performance di organizzazione e di Ente che dovrebbe assicurare con un accurato sistema di controllo di gestione la vera trasparenza e leggibilità delle attività e dei servizi comunali; questo fa il paio con l’istituzione di un Nucleo di Valutazione composto da tre membri al costo di € 10.000 cadauno su cui sussistono forti dubbi nella sua costituzione che dovrebbe valutare obiettivi preposti all’inizio dell’anno ma di cui il personale sa poco o nulla.
Su queste problematiche la RSU e le OO.SS. hanno provato a chiedere chiarimenti al primo cittadino ma la risposta non c’è stata. Egli non si degna di rispondere.
E infine la mobilità selvaggia tra un ufficio e un altro di persone, non di cose, senza preavviso, senza tutela delle competenze acquisite, senza formazione, senza nessuna logica se non quella punitiva con inevitabili ricadute sul piano della motivazione e del rendimento sul servizio a scapito dei cittadini.
Insomma, sia chiaro che il vaso è colmo, la strategia della tensione, del possibile ricatto non sarà più accettata. Il credito verso il Sindaco è terminato. Il lavoro pubblico è frutto di una condivisione con i rappresentanti politici eletti dai cittadini, con i rappresentanti sindacali eletti dai lavoratori e con la comunità locale nelle sue varie forme.
Questa deriva autoritaria dell’Amministrazione va fermata e non porterà risultati.
Non basta lo slogan “onestà, onestà, onestà” se non accompagnato dalla capacità di progettare insieme, di condividere il lavoro, di gestire il patrimonio di risorse umane e strumentali che si ha a disposizione. Questo è il minimo comune denominatore. Sarebbe come se un allenatore prendesse a calci tutti i giorni i suoi giocatori: potrebbe vincere una partita, ma non vincerebbe mai il campionato.
Martedi 20 dicembre p.v. dalle 11.00 alle 14.00 saremo in piazza per la trasparenza, la democrazia, la partecipazione e per valorizzare il merito di chi lavora”.