La Breast Unit : una realtà a favore delle donne
“Avere una Breast Unit significa favorire un approccio moderno alla prevenzione e alla cura del tumore al seno, primo tumore non solo nel sesso femminile ma in assoluto. Ogni anno abbiamo in Italia 52mila nuovi casi di questo male che in America chiamano ormai il Big Killer ma dati alla mano possiamo dimostrare che là dove esiste una Breast Unit, si registra un 20% in più di probabilità di sopravvivere per le donne che si ammalano”. Queste le parole del prof. Fabio Ricci, direttore clinico della Breast Unit del Santa Maria Goretti di Latina, intervenuto ieri a Gaeta per il campus medico denominato “Gaeta in Salute”, organizzato dal Comune, la ASL di Latina, la Regione Lazio, la LILT e tutta una serie di enti e associazioni legate al mondo della Sanità. Una quarantina gli stand allestiti e due i convegni ai quali hanno partecipato, con il sindaco Cosmo Mitrano, anche il dott. Giorgio Casati, direttore generale della ASL di Latina, e il dott. Giuseppe Visconti, direttore sanitario aziendale. “La Breast Unit che mi onoro di dirigere insieme al dott. Carlo De Masi – ha detto il prof. Ricci, neo cittadino onorario di Gaeta per volere unanime del Consiglio Comunale della città dove ha contribuito a far nascere la sede della delegazione di Gaeta e Golfo di Gaeta della Sezione Provinciale della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori- consente numerosi vantaggi abbattendo le disuguaglianze sociali e gli squilibri territoriali, donando alle donne notevoli possibilità di essere prese in carico dalla diagnosi alla cura della patologia tumorale”. Al tavolo dei relatori, con il Prof. Ricci, la dottoressa Antonella Fontana, vice direttore di radioterapia del Goretti di Latina, la dottoressa Francesca Cardillo, primario di oncologia del Presidio Sud della ASL pontina, il dott. Alessandro Novaga in rappresentanza della LILT provinciale e del presidente dott. Alessandro Rossi. A portare il saluto della sede gaetana della delegazione LILT il dott. Rosario Cienzo presente con tutti i volontari: Massimo Spignese, Paolo Paganelli e Sandra Cervone che ha moderato gli interventi e il dibattito del convegno. Parole di speranza per la lotta al Big Killer del secolo sono state pronunciate da tutti i relatori e dal dott. Casati il quale ha sottolineato gli sforzi con cui la ASL si propone di avviare un nuovo tipo di Sanità che faccia leva soprattutto sulla prevenzione, indispensabile per combattere le neoplasie e tutte le malattie scongiurandone l’insorgere e aggredendole dalle prime manifestazioni. “Solo facendo rete – ha detto il direttore generale- potremo vincere, tutti insieme, una battaglia che solo pochi anni fa sembrava impossibile da portare avanti con successo”. La dottoressa Fontana e la dottoressa Cardillo hanno descritto il funzionamento della Breast Unit sottolineando l’importanza di una nuova cultura della prevenzione che guardi alla salvaguardia della salute attraverso accorgimenti legati alla vita di tutti i giorni, alla sana alimentazione, alla conservazione di un ambiente salubre, ai controlli mitrati, all’adesione massiccia agli screening della Regione Lazio, alla collaborazione tra medici di famiglia e specialisti da ampliare e mettere sempre più a sistema.