Si era creato un vero sistema criminale nel triangolo tra Velletri, l’Eur e Torvaianica. Qui, una banda criminale era riuscita a “vendere” immobili abbandonati, senza però avere il consenso dei legittimi proprietari. Diverse le persone che hanno abboccato alla truffa, in un giro di soldi che ha toccato quasi i 500mila euro e che puntava a fruttare almeno 2 milioni di euro nel prossimo futuro. Tra le vittime dei raggiri, anche il principe Torlonia con una propria proprietà.
La truffa legata agli immobili del principe Torlonia
Il sistema immobiliare messo in piedi dalla gang, aveva toccato in maniera particolare una proprietà del principe Carlo Torlonia. Infatti, i malviventi avevano messo gli occhi sul casolare di Castel di Leva, di cui il nobile romano è proprietario. Un immobile che avrebbe dovuto rendere tanti soldi ai malfattori, tanto che nelle intercettazioni si lasciavano sfuggire per telefono: “Un immobile che ci farà arrivare ad almeno 2 milioni in tasca”.
A muovere le pedine in gioco, un’agenzia immobiliare di Velletri. Riuscivano ad accaparrarsi gli immobili con lo scippo l’usucapione a eredi, false rivendite, fittizi affitti e addirittura un giro che aveva toccato il casolare di principe Torlonia. In un’intercettazione, sono plateali le parole di un indagato: “Stiamo su due milioni di euro Dà, lo sai che vuol dire?”. Tutte proprietà salvate dall’intervento della Guardia di Finanza, che da quegli immobili ha anche iniziato a mandare via i truffati, ovvero quelli che credevano di aver comprato quei locali dall’agenzia di Velletri.
L’azione criminale della gang di Velletri
L’agenzia di Velletri aveva messo su un bel gruzzoletto. Solo a Torvaianica, erano riusciti erano riusciti a vendere una palazzina sul mare, per il prezzo di una cifra intorno ai 600mila euro. Poi avevano affittato due appartamenti a Roma, precisamente nei quartieri di Eur e Piramide. Qui, i truffatori si erano fatti consegnare 100mila euro di acconto per fermare le case e successivamente 1000 euro di affitto mensile per abitarle.
In tutto questo, l’indagato muoveva le proprie pedine all’interno di questo sistema immobiliare, ambendo oltretutto a fare numerosi soldi coi finti affari ai danni dei truffati: “Non vedo l’ora di iniziare a fare le prime vendite, i primi lavori già sono iniziati, le prime vendite iniziamo a fare, c’è un progetto a Castel di Leva, io te ne voglio parlare, però non te ne voglio parlare io, voglio che vieni con me, voglio che stai con me di giorno. Devi stare con me!”.
La segretaria del notaio di Velletri
Il gioco della gang veniva facilitato dallo studio del notaio di Velletri, con la segretaria che era a libro paga della banda criminale. Lei firmava le carte e permetteva ai loschi individui di far credere come veritiere le loro truffe immobiliare. L’intervento della Guardia di Finanza nel noto studio notarile, ha fatto cadere completamente la piramide del giro immobiliare sulla provincia di Roma. La stessa segretaria verrà intercettata mentre dice: “Eh. Allora, il discorso è meglio, forse è meglio che vi fermate un attimo eh! Che non toccate più niente, perché la con quella cosa.. Hanno rivenduto, hanno fatto riciclaggio. Insomma vabbè. hanno fatto l’ira di Dio”.
Il noto notaio di Velletri si pronuncia come totale estraneo ai fatti di raggiro e truffa. Chi muoveva le carte nel suo studio, sembrava proprio la segretaria, che in realtà era alle dirette dipendenze del giro criminale. Sempre lei verrà intercettata dicendo: “Fermi! Fermi eh. Non toccate una paglia. Non andate manco a fà la cicoria! Non andate neanche a fare la cicoria”.