Una scoperta inaspettata, fatta in una vecchia scatola appartenuta un tempo alla nonna. All’interno, ormai dimenticato, c’era un vero e proprio tesoro: un buono postale fruttifero che, considerando il tempo trascorso, oggi vale un’autentica fortuna.
Chi non ha mai sognato di trovare in soffitta un vecchio tesoro lasciato magari da qualche lontano parente? Ebbene, una vicenda del genere è accaduta in questi giorni realmente: un uomo di 73 anni, riordinando la casa dei nonni, ha trovato una vecchia scatola. Deciso a conoscerne il contenuto l’ha aperta per curiosità e si è accorto che tra la polvere, con grande stupore, c’era un vecchio foglio. Ma non un foglio qualunque: un buono postale che nessuno in questi anni aveva mai trovato.
Il tesoro nella casa dei nonni: il buono postale ‘dimenticato’ nella scatola di scarpe
Ovviamente la prima domanda che sorge spontanea è quanto possa valere ad oggi proprio quel documento. La storia che vi stiamo raccontando è quella del signor Aniello Coppa, classe 1951, originario dell’isola di Ponza, in provincia di Latina. E qui che, a casa della nonna paterna (il papà era un appuntato della Guardia di Finanza), ha ritrovato nella scatola il buono postale fruttifero emesso nel 1952 per il valore nominale di lire mille.
L’uomo, come si usa dire in questi casi, è rimasto letteralmente di sasso. Chissà quante volte infatti quella scatola sarà passata inosservata anche ai suoi occhi, accatastata tra gli oggetti appartenuti un tempo ai suoi familiari. E finita nel dimenticatoio. Del resto chi avrebbe mai immaginato che al posto delle scarpe ci fosse invece un tesoro? L’iniziale gioia, inevitabile, si è trasformata poi in tutta una serie di domande “pratiche” per il 73enne una volta smaltita l’euforia del momento: il buono sarà ancora rimborsabile? E come si può fare?
Quanto vale quel buono oggi?
Arriviamo così alla sopracitata domanda delle domande: quanto vale oggi un buono postale di 70 anni fa? Diversi in questo tipo di circostanze i fattori da tenere in considerazione. Vanno calcolati ovviamente gli interessi legali, la rivalutazione e la capitalizzazione, il tutto, chiaramente sulla base della data di emissione e quella del ritrovamento. E poi c’è il tasso previsto per il titolo in questione, al succedersi delle leggi nel tempo, ai periodi di valutazione e svalutazione monetaria, fino all’introduzione della moneta unica europea. Per saperne di più l’uomo, data la complessità della vicenda, si è rivolto allora ad un consulente che, analizzato il documento, ha fornito una stima pari a circa 22 mila euro. Insomma, il presunto tesoro lo era per davvero.
Come funziona il rimborso
La partita attorno al rimborso del buono del signor Aniello è però in realtà soltanto all’inizio. A spiegare come funziona il meccanismo burocratico in questi casi è stato l’Avvocato Francesco Di Giovanni specializzato nel rimborso dei buoni postali e dei titoli di Stato dell’Associazione Giustitalia (www.associazionegiustitalia.it), alla quale il pensionato si è rivolto. Dopo la consulenza infatti e la buona/grande notizia – ma anche rassicurazione – circa il valore del buono, c’è da capire infatti come l’uomo riuscirà adesso a rientrare in possesso della somma.
Buoni fruttiferi postali: cosa dice la legge sulla prescrizione
Secondo lo studio legale sia Poste italiane che il Ministero dell’ Economia e delle Finanze sono obbligati in solido ad “onorare” tutti i debiti esistenti anche prima dell’avvento della Repubblica Italiana. Tuttavia, considerando il tempo trascorso, il timore che proprio per questo il buono ormai non sia più rimborsabile è dietro l’angolo. Per quanto concerne la presunta prescrizione del diritto al rimborso eccepita da Poste italiane, ci spiega il legale, l’art. 2935 del C.C. statuisce che “la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”. E’ evidente dunque che il diritto di riscuotere il buono non possa essere caduto in prescrizione considerando che il 73enne, di fatto, non sapeva fino ad oggi della sua esistenza. O almeno così dovrebbe essere. “Nel caso di specie – prosegue l’Avvocato – il giorno di decorrenza della prescrizione, che è decennale, è da intendersi e comincia a decorrere dalla data del ritrovamento del Titolo stesso”.
I numeri in Italia: una vicenda più comune di quel che si può pensare
Secondo l’Avvocato la vicenda del signor Aniello non sarebbe inoltre un caso isolato. Si stima infatti che in Italia ci siano ancora circa “10 milioni di Titoli di Credito antichi” non riscossi ma ancora riscuotibili tra buoni postali, libretti bancari, bot e così via. “C’è tanta disinformazione in merito al pagamento degli coinvolti – conclude il legale – il consiglio è quello di rivolgersi ad un consulente esperto per ricevere informazioni più precise”.