Terracina non è solamente la bella città di mare per passare una bella vacanza estiva, ma al suo interno possiede anche un immenso patrimonio artistico che va ancora scoperto da parte della cittadinanza locale e i suoi turisti.
Una condizione che amplierebbe il turismo in tutti i mesi dell’anno, portando tantissimi visitatori a vedere le bellezze artistiche di questa cittadina nella provincia di Latina.
Una battaglia culturale che ha toccato le sensibilità della sezione locale della Lega e il suo coordinatore cittadino, Massimiliano Di Girolamo: “Per un doveroso obbligo di informazione nei confronti dell’intera cittadinanza, la sezione locale del
partito “Lega-Salvini Premier” ritiene opportuno esprimere alcune considerazioni in merito al
settore culturale che riguarda la nostra città. Terracina vanta un patrimonio storico che nel Lazio è terzo solo a quello di Roma e di Ostia. Basti
pensare alla via Appia, «Regina Viarum», alla Cattedrale di piazza Municipio, studiata persino sui
libri di storia delle scuole norvegesi, all’unica piazza al mondo rimasta con il basolato originale
Romano, alla statua di Diana, fino ad arrivare al più conosciuto Tempio di Giove Anxur, oltre a
numerosi altri immobili di elevato prestigio storico ed architettonico”.
Ha continuato: “Tutte queste inestimabili ricchezze rendono la nostra città un vero e proprio «magnete turistico»,
contribuendo in maniera determinante ad un considerevole incremento di visitatori, in particolar
modo nei mesi estivi. Tuttavia, siamo convinti che il prestigio del patrimonio storico della nostra città possa conferirle
concrete potenzialità per essere un polo turistico anche nella restante parte dell’anno. Nondimeno, va precisato che ogni bene storico ed ogni sito archeologico necessita di una gestione
oculata, ma soprattutto solerte, al fine di mantenere alta l’asticella del coefficiente di attrattività”.
Prosegue Di Girolamo: “Su questo versante, la scelta dell’amministrazione comunale di affidare a privati la gestione dei beni
storici e monumentali, spesso per finalità diverse da quelle cui sono naturalmente destinati, esula
totalmente dalle aspirazioni di decollo che nutriamo in ordine alle ricchezze storico-archeologiche
presenti nel nostro territorio. Beni di tale prestigio non possono essere gestiti, infatti, in termini di sola redditività, come fossero
immobili disponibili da cedere in affitto (a volte persino gratuito) o da vendere “per mere esigenze
di cassa”; la valenza funzionale di detti beni, che caratterizza l’identità di una comunità, impone una
gestione degli stessi che miri ad accrescerne la fruizione e la conoscenza da parte di tutti (cittadini e
visitatori), evitando affidamenti che, al contrario, ne determinano la sottrazione alla città”.
Continua: “Peraltro, non si è minimamente a conoscenza di quale sia la programmazione, da parte degli attuali
gestori dei siti, in ordine agli interventi di cura, restauro e qualsiasi altra opera di valorizzazione. Allo stesso modo, non si è al corrente della consistenza del ritorno economico alla città, da parte
delle attuali situazioni gestionali dei siti in questione.
Da ultimo, ma non per questo di minore importanza, siamo convinti che la serietà di una strategia di
valorizzazione del nostro patrimonio storico, monumentale ed archeologico non possa prescindere
da un’organizzazione della macchina amministrativa coerente con la strategicità degli obiettivi. Al
riguardo, si ha, invece, la sensazione che i settori comunali competenti in materia di cultura e
patrimonio non abbiano la considerazione organizzativa che meriterebbero”.
Ha concluso Di Girolamo: “Riteniamo inaccettabile tutto ciò.
Pertanto, approfondiremo l’intera tematica, senza tralasciare alcun dettaglio. Ci attiveremo, sin da subito e nelle sedi competenti, al fine di ottenere chiarezza in merito a tutti gli
aspetti gestionali, organizzativi e programmatici”.