Stagione balneare con chiusura anticipata a Sabaudia a cause di alcune esercitazioni militari programmate sul litorale di Sabaudia. Era questo il rischio emerso nelle scorse ore dopo la comunicazione del Comando Militare in merito alla pianificazione dei programmi addestrativi per i prossimi mesi; e tra questi figurava anche, nel mese di settembre, la zona di Pantani d’Inferno, peraltro riserva naturale. Un’attività chiaramente incompatibile con la stagione balneare – e con tutte le attività annesse – la cui fine è prevista quest’anno per il 30 settembre. Da qui la necessità, da parte del Comune pontino, di correre ai ripari chiedendo una rimodulazione delle date. E l’accordo, almeno così sembrerebbe, sarebbe stato raggiunto.
Scongiurata la fine anticipata della stagione balneare a Sabaudia? Cosa sappiamo
Il Sindaco Alberto Mosca infatti, ricevuta la comunicazione dall’Esercito, ha attivato subito le interlocuzioni per scongiurare ripercussioni su turisti e residenti. Le richieste sono state condivise dalle autorità militari e tutto sarà allora sarà rinviato ad ottobre evitando così qualsiasi problema per l’estate. Resta da capire tuttavia se, a prescindere, stagione balneare a parte cioè, questo tipo di attività siano compatibili o meno con l’area in oggetto; su questo fronte tuttavia tutto è stato rimesso alle valutazioni dell’Ente Parco.
PD e Sabaudia in Azione: “Esercitazioni militari anacronistiche e incompatibili con il contesto ambientale della zona”
Sul caso si sono espressi, attraverso una una nota congiunta, i due segretari locali del PD e di Sabaudia in Azione che avevano invitato il Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Circeo Giuseppe Marzano e il Sindaco Alberto Mosca, in qualità di Presidente della Comunità del Parco, a promuovere presso gli Enti competenti “tutte le azioni idonee
per l’annullamento delle nuove esercitazioni militari programmate in località “Pantani d’Inferno“.
“Come già evidenziato in occasione delle esercitazioni militari programmate a giugno e poi annullate a seguito della nota motivata dell’Ente Parco – continuano – troviamo davvero anacronistico e, soprattutto, incompatibile con il contesto turistico e ambientale del nostro territorio il persistere di un poligono militare in un Parco Nazionale che garantisce la tutela della Biodiversità in applicazione di Direttive Comunitarie e di Convenzioni Internazionali. Direttiva Habitat, Direttiva Uccelli, Green Deal europeo, Strategia dell’EU sulla Biodiversità, Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, Convenzione di Ramsar, Convenzione sulla Biodiversità. Stiamo disattendendo queste direttive, che non sono solo etichette altisonanti da sbandierare, bensì obiettivi e normative dell’Unione Europea e di altri organi sovranazionali, cui non dovrebbe assolvere solo l’Ente Parco, ma anche il Comune di Sabaudia”.