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Il turismo contagiato dal Coronavirus: intervista al Direttore degli Hotels Enea Antonio Guido

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La mia esperienza

Nella primavera del 2018 ho avuto il piacere di entrare nell’Hotel Enea di Pomezia grazie all’estrema gentilezza ed ospitalità del Direttore Antonio Guido; ero appena arrivata dalla mia città e dovevo portare avanti il progetto sulle nevrosi “Psicovillage Anime Nevrotiche” (qui).

E’ bastata una mail per avere la possibilità di girare l’episodio di “Sara” (per vedere la puntata clicca qui) nella suite, abbiamo avuto piena fiducia e libertà dal personale attento e disponibile.

Mi piange il cuore sapere che per l’irresponsabilità di molti, ad oggi questa struttura stia attraversando enormi difficoltà.

Non aggiungo altro, lascio la parola al Direttore.

Da quanto tempo è al timone degli Hotels Enea?

Ho mosso i miei primi passi nella ristorazione collaborando con un grande Albergo di Roma, il Midas Palace di via Aurelia con 470 camere. Da subito ne ho colto il fascino di questa professione, anche se i miei studi erano orientati per il raggiungimento di un obiettivo diverso, ovvero diventare avvocato. Ma la passione per questo lavoro mi ha completamente avvolto, infatti sono passati circa 33 anni ed ancora oggi provo lo stesso entusiasmo di allora, perché ritengo che fare il Direttore d’Albergo sia l’espressione più qualificante di come si possa generosamente offrire ospitalità suscitando emozioni.

Dopodiché sono approdato a Pomezia subito dopo l’apertura dell’Hotel Enea e qui la sfida si è fatta avvincente. Tant’è che successivamente abbiamo coraggiosamente realizzato un altro bellissimo Albergo nella città di Aprilia, raggiungendo la totalità di 170 camere, 10 sale congressi e 2 sale di ristorazione.

Infatti esprimo innanzitutto un sincero ringraziamento alla famiglia Mengozzi, proprietaria degli Hotels Enea, per aver creduto in me ed avermi dato la possibilità di esprimere le mie capacità.

Quali sono le tipologie di clienti che soggiornano?

Generalmente si tratta di persone che gravitano attorno alle aziende insediate nel nostro territorio ed in zone limitrofe.

Ma, siccome l’Albergo vive anche di stagionalità, non v’è dubbio che ci si affacci anche a mercati diversi accogliendo, a seconda del periodo, gruppi di persone o famiglie che frequentano il nostro territorio per ragioni non necessariamente lavorative. Infatti, grazie alla vicinanza con i parchi di Zoomarine e CinecittàWord, riusciamo ad essere un riferimento importante per molte persone che vogliono usufruire dei nostri servizi a 4 stelle.

Sembrava una semplice influenza, eppure il Coronavirus sta mettendo in ginocchio l’economia del paese. Secondo lei pesa di più la cattiva informazione o il reale pericolo?

Il problema iniziale credo sia stato proprio questo, ovvero il non averla fatta passare come una semplice influenza ma qualcosa di più pericoloso e devastante. Premetto che non spetta a noi fare analisi sulla portata della trasmissibilità del virus e che per questo bisogna affidarsi agli organi preposti, possiamo invece affermare che è stata creata una sorta d’Isteria collettiva che ha portato ad un vero e proprio panico.

Tutto ciò ha contribuito che all’improvviso si piombasse in un’emergenza tale da sconvolgere qualsiasi previsione, sia sull’entità dell’epidemia e sia sugli effetti economici che questa avrebbe comportato.

Quando ha capito che si stava creando un panico tale, da provocare danni alle strutture alberghiere?

Diciamo che già a fine gennaio avevamo avuto qualche avvisaglia che da li a poco sarebbe successo qualcosa di portata più ampia.

Ospiti che, prima di prenotare, chiedevano informazioni sulla nazionalità dei nostri clienti, ovvero se vi fossero gruppi prevenienti dalla Cina nei nostri Alberghi.

Poi nel momento in cui nel nord Italia si sono accertati i primi contagi, abbiamo cominciato ad avere cancellazioni a raffica, avendo nei nostri alberghi molti ospiti che provengono da quelle parti, considerato il forte comparto industriale-farmaceutico presente sul nostro territorio.

Rispetto all’anno scorso, nello stesso periodo, che tendenza ha registrato in percentuale?

Vede, il problema non è tanto e solo la differenza in percentuale rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che si aggira intorno all’80% in meno ma, purtroppo, a ciò si aggiungono tutte le disdette per i mesi a venire.

Pensi che hanno cancellato anche per Aprile, Maggio e qualcosa anche per Giugno.

E’ assurdo tutto ciò!

Ma perché succede questo? A mio avviso perché si è scatenata, in maniera ormai irrefrenabile, un’informazione ANSIOGENA che nasce dalla SPASMODICA ricerca di notizie sempre più catastrofiche sulle conseguenze di questa situazione.

Basterebbe, per una settimana soltanto, affidarsi alle raccomandazioni di chi si occupa di prevenzione ed oscurare qualsiasi altro tipo d’informazione, per veder calare drasticamente la tensione di questo panico.

Come si sono comportati gli ospiti? Qualcuno ha mostrato ansia al punto da interrompere il soggiorno?

Avendo per la maggior parte ospiti individuali e fidelizzati, inizialmente si sono comportati come se nulla fosse, hanno continuato a pernottare usufruendo dei nostri servizi normalmente, anche perché rassicurati dalle attenzioni che abbiamo posto basandoci sulle indicazioni impartite dagli organi competenti, ovvero limitare contatti diretti e ravvicinati, costante sanificazione degli ambienti comuni, potenziamento delle pulizie con agenti disinfettanti.

Successivamente invece è arrivato il DIKTAT di molte aziende a non poter più spostarsi dalle loro sedi e quindi siamo rimasti con pochissimi avventurieri.

Inoltre dopo il Decreto che ha vietato lo svolgimento di qualsiasi evento, se non garantito da particolari precauzioni, abbiamo avuto la totale cancellazione di tutte le riunioni previste da qui a fine Maggio. In pratica siamo sprofondati nel baratro.

I nostri Alberghi sono praticamente vuoti, 10/15 camere di media con il solo 20% del personale in servizio.

Ma quanto può durate tutto ciò? Un mese o forse due?

E poi come si fa a garantire lo stipendio ai nostri dipendenti e pagare i fornitori?

Ci vuole poco, molto poco per bloccare questa filiera con conseguenze drammatiche.

Come riesce a gestire le ansie del personale?

Il loro sguardo! E’ proprio quello che ti fa capire più di mille parole; c’è preoccupazione per il loro futuro, per i loro figli… mi creda è straziante tutto ciò!

Il nostro gruppo ha dipendenti con 33 anni di fedele collaborazione, mai e poi mai vorremmo immaginare di non poter più garantire la prosecuzione del rapporto di lavoro, rinunciando a quanto insieme abbiamo costruito.

Sul versante prevenzione, il nostro personale, è a conoscenza delle norme da seguire per limitare ed evitare contagi, sapendo essi di avere una grande responsabilità:

tutelare la salute e la tranquillità dei clienti “in casa”, di monitorare la loro provenienza ed essere preparati ad intervenire con tempestività, qualora si verificasse la necessità di contattare i presidi medici affinché si possa garantire a tutta la clientela la massima tutela.

Nell’ultima settimana è riportato un caso da Coronavirus proprio qui a Pomezia: occorre preparare il dopo emergenza per fare tornare i turisti?

Fortunatamente è stato accertato che non si tratta di un focolaio presente sul nostro territorio. Prontamente isolato e trasferito nelle sedi opportune, ha permesso il non espandersi a molte altre persone.

Non bisogna allarmarsi, anche perché sicuramente il diffondersi del virus ha portata nazionale e quindi primo o poi potrebbe capitare ovunque.

L’importante è seguire le direttive dell’ Istituto Superiore di Sanità e non fare di testa propria, come spesso succede quando vengono sottovalutate alcune disposizioni in materia sanitaria.

Mi verrebbe quasi da dire per far capire il senso di ciò che “ LA MIA SALUTE DIPENDE DA TE”!

Per il dopo emergenza, sicuramente andrà fatta un’operazione di promozione dei nostri territori, rimboccandoci tutti quanti le maniche per studiare, progettare e realizzare strategie per ritornare ad essere, ancora più di prima capaci di offrire la cosa più naturale che abbiamo, ovvero la garanzia di essere il più bel paese del gusto, dell’eleganza, della cultura, dell’arte e dell’ospitalità

PsicoStress

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it

Vi aspetto.

Dott.ssa Sabrina Rodogno

 

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