Nel numero di ottobre del nostro giornale ci siamo occupati di un presunto abuso edilizio a Campo Ascolano, quartiere residenziale di Pomezia. Da anni ormai parliamo della questione riguardante Campo Ascolano, dove – malgrado l’alta popolosità della zona – continuano a mancare i servizi minimi indispensabili. Ora però, oltre a tali tematiche, gli abitanti si ritrovano a fare i conti con un nuovo problema, ovvero quello delle costruzioni “fuori controllo”. Questa la ricostruzione della vicenda.
Una costruzione fuori misura
Spieghiamo meglio. Ci troviamo in Via Tanaro. Proprio in quest’area, decisamente satura di ‘cemento abitativo’ – passateci l’espressione – il Comune ha autorizzato la costruzione di quello che i residenti, congiuntamente al CdQ, non esitano a definire un vero e proprio “ecomostro”. Il perché è facilmente intuitivo considerando le foto: accanto a delle villette sta sorgendo infatti praticamente un palazzo che nulla ha a che vedere con l’urbanistica presente nell’area e che, soprattutto, va a deturpare il paesaggio esistente (e che provocherà inevitabili disagi alla popolazione).
Da ex villino bi-familiare a “eco-mostro”: i rischi
L’opera in costruzione nasce dalle “ceneri” di un ormai ex villino bifamiliare, ora completamente diviso, sul quale alcuni tecnici, chiamati a periziare dagli stessi residenti, hanno espresso più di una perplessità soprattutto per quel che concerne l’adeguamento alle norme antisismiche. L’interrogativo di base era il seguente: può una costruzione essere divisa in due, veder demolita una delle due metà e far sorgere al suo posto un palazzo? Ecco allora il parere di un esperto: “I lavori per l’edificazione sul lotto oggetto di compravendita possono essere, allo stato attuale della normativa urbanistica, eseguiti solo a seguito di demolizione e ricostruzione di cubatura. Quindi i lavori paventati dalla società acquirente non possono prevedere – ed è qui il passaggio rilevante – demolizioni di fabbricati che poi non prevedano il conseguente adeguamento sismico dell’edificio risultante. Le lavorazioni […] devono essere autorizzate dal proprietario che anzi, dovrebbe in effetti presentare lui stesso la pratica al genio civile di concerto con la società acquirente”. Nulla di tutto ciò invece sarebbe avvenuto, con il comproprietario che – storia parallela a quanto stiamo scrivendo – avrebbe non solo manifestato il suo dissenso ma che ora starebbe subendo direttamente gli effetti di questa nuova costruzione, considerando gli effetti prodotti dal distaccamento dell’immobile bifamiliare (infilitrazioni, tagli visibile nella costruzione, ripercussioni derivanti dai lavori di demolizione, ecc.).
Arriva la sospensione: poi il silenzio. Il Comune non fa luce sul caso
C’è poi da tener presente che, tra maggio e giugno, il suddetto cantiere era stato fermato, ci dicono dal Comitato, per circa 45 giorni, dando seguito all’ordinanza n.2 del febbraio 2016; la sospensione era stata dettata proprio dal sospetto di alcune irregolarità che a questo punto però, considerando che il cantiere ha ripreso i lavori, non si sarebbero rivelati tali? (ed è proprio questo a destare maggiore stupore). Per approfondire la questione ci siamo rivolti allora al Comune che purtroppo però, ad oggi, ancora non ha risposto alla nostra redazione. Queste le domande:
1) In un quartiere privo di servizi è stata autorizzata la costruzione praticamente di un palazzo in una zona già completamente satura di abitazioni. Come è stato possibile? Non esistevano vincoli ambientali tali da impedire una costruzione completamente in contrasto con quelle esistenti? È possibile dividere un villino bifamiliare, staccarlo dalla sua struttura “madre”, operare una demolizione completa e realizzare una cubatura più del doppio rispetto a quanto sussisteva?
2) Lo stesso CdQ ci ha comunicato inoltre che il cantiere era stato sospeso (tra maggio e giugno) salvo poi riprendere regolarmente i lavori dopo 45 giorni. Come mai c’è stata la sospensione? Che verifiche sono state fatte e con quali esiti?
La lettera del Comitato di Quartiere di Campo Ascolano
A farsi portavoce della collettività per far luce sulla vicenda è allora uno dei Comitati di Quartiere che ci ha inviato la seguente lettera:
Oggetto: Richiesta urgenti delucidazioni e risposte per possibile abuso edilizio in località Campo Ascolano
“Premesso che:
In data 5 novembre 2015 il Settore VI – Lavori Pubblici – Urbanistica della Città di Pomezia, con pratica edilizia n° 00654, rilasciava permesso di costruire per “parziale demolizione del fabbricato esistente e realizzazione di un fabbricato plurifamiliare per civile abitazione” da realizzarsi in via Tanaro; come descritto nel permesso sopra evidenziato, l’intervento consiste nell’abbattimento del precedente immobile (parte di villino bifamiliare) con realizzazione di un nuovo fabbricato plurifamiliare; come indicato nel progetto, il lotto sul quale realizzare il fabbricato plurifamiliare per civile abitazione risulta essere pari a mq 1.085,50. La cubatura in demolizione risulta, come riportato nel sopra citato progetto, pari a mc. 472,70 e nel progetto viene indicato un indice di edificabilità residenziale pari a mc/mq = 1 e che nel medesimo progetto si riporta una cubatura realizzabile pari a mc 1.085,50 e una cubatura residenziale realizzata pari a mc 1.048,55.
Il lotto oggetto di permesso di costruire ricade all’interno del Piano Particolareggiato Esecutivo Campo Ascolano, in zona RC – “residenziali sature ad attuazione diretta”; la Regione Lazio, nelle “Norme Tecniche d’Attuazione del Piano Particolareggiato di Campo Ascolano” pubblicate sul bollettino Ufficiale n° 18 del 28/02/2013 (allegato 3), all’articolo 2 indica inequivocabilmente gli interventi consentiti nelle zone RC specificando che è “ammessa la demolizione e ricostruzione delle cubature esistenti”. Per quanto al precedente punto, dunque, il permesso di costruire rilasciato dal Comune di Pomezia in data 5/11/2015 sembrerebbe in contrasto con quanto previsto nelle Norme Tecniche d’Attuazione del Piano Particolareggiato di Campo Ascolano”. La cubatura in costruzione, infatti, pari a mc 1048,55 risulta essere più del doppio rispetto alla cubatura preesistente (mc 472,70).”
“Si chiedono dunque al Comune (in virtù anche della sospensione dei lavori avvenuta a seguito dell’ordinanza n.2 del Febbraio 2016) – prosegue il testo – risposte urgenti circa la legittimità del permesso di costruire rilasciato dal Settore VI – Lavori Pubblici – Urbanistica della Città di Pomezia. In particolare, si chiede di confermare che detto permesso non sia in contrasto con le “Norme Tecniche d’Attuazione del Piano Particolareggiato di Campo Ascolano” pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n° 18 del 28/02/2013 e con ogni altra norma vigente. Si sottolinea il fatto che i lavori di demolizione sono già stati eseguiti e i lavori di nuova costruzione sono già in corso ed avanzati. La risposta, pertanto, ha carattere d’urgenza”