Un duro affondo da parte di uno dei Comitati di pendolari che frequentano abitualmente la stazione di Aprilia. Alla base del comunicato i problemi atavici del territorio, tra cui in primis l’assenza di bagni pubblici all’interno dello scalo pontino.
“Gli impegni assunti da RFI e previsti dall’atto di concessione sono scomparsi assieme al dovuto rispetto per i regolamenti europei firmati dal nostro Paese”, esordisce la nota. “Eppure il documento redatto nel 1999 e ristampato nel 2002 proprio da RFI dal titolo “Servizi igienici per il pubblico”, ci informava che anche per le stazioni piccole e persino per le fermate RFI si prevedeva, almeno per portatori di handicap, un servizio igienico e lavabo”.
“Perché ogni pubblico esercizio DEVE avere servizi igienici e le stazioni no? I Sindaci, responsabili dell’igiene del territorio, sono tenuti a far rispettare questa norma anche nei confronti di RFI! Cosa intende fare in merito l’Amministrazione Comunale di Aprilia?”. E ancora: “Il 14 giugno il sig. Massimo di Aprilia presenta un reclamo a RFI, gestore (non proprietario) della NOSTRA rete ferroviaria, per segnalare l’indecenza in cui versa la stazione di Aprilia (come tutte le altre della nostra linea), dove, in caso di bisogno fisiologico, non sa dove andare, essendo i bagni chiusi ormai da anni. RFI risponde prontamente al sig. Massimo nel seguente “incredibile” modo:
a) Citando 3 direttive CE che riguardano solo il sistema trans-europeo e non le linee regionali (qual è il senso?), dimenticando invece di citare l’atto di concessione (DM 138 T del 2000) col quale opera RFI per conto dello Stato, in cui è stabilito che gli investimenti vadano destinati “al potenziamento, all’ammodernamento tecnologico e allo sviluppo degli impianti e delle linee ferroviarie, nonché alle altre attività direttamente connesse allo sviluppo del servizio ferroviario” e non al suo smantellamento;
b) Adducendo la motivazione che Aprilia avrebbe un indice di frequentazione bassissimo tale da non giustificare i costi di mantenimento (menzogna, poiché Aprilia è classificata dalla stessa RFI come stazione SILVER, ma in realtà sarebbe anche GOLD, se smettessero di disincentivare la gente all’uso dei treni), come se le esigenze fisiologiche dipendessero dalla densità di frequentazione e non dalla singola necessità. Noi invece vogliamo sempre ricordare che nel documento redatto nel 1999 e ristampato nel 2002 proprio da RFI dal titolo “Servizi igienici per il pubblico”, ci informava che anche per le stazioni piccole e persino per le fermate essa prevedeva almeno un servizio igienico per portatori di handicap e lavabo;
c) Tirando in ballo la sicurezza (di chi?) collegandola al vandalismo sui servizi igienici (il nesso?), senza menzionare la loro responsabilità nei tagli (le famose razionalizzazioni di RFI) al personale di terra, ridotto al solo capostazione;
d) Scaricando su terzi gli oneri di gestione di una porzione di rete ferroviaria (pretendendo che se ne facciano carico addirittura le attività commerciali presenti).
“Da quando alle FS gestite dallo Stato è subentrata la SpA, è stato tolto tutto ciò che era pubblico: fermate, binari, biglietterie, personale di terra e a bordo, fontanelle e bagni in stazione, coincidenze, informazioni, ufficio oggetti smarriti, biglietto senza multa in treno, tagli al personale della manutenzione, eliminazione intercity…. Persino la soppressione delle corse, che per le FS era un evento eccezionale, oggi è pratica ordinaria e senza un adeguato servizio sostitutivo, obbligatorio per contratto. La Regione in tutto questo non esiste, come il governo italiano”.
Quindi un affondo a tutto campo sulla politica: “Da destra a sinistra passando per il Movimento 5 Stelle, latita davanti alle proprie responsabilità, ma tornerà di certo a prometterci attenzione ed impegno il prossimo anno, a ridosso delle elezioni (vedi programma mobilità sostenibile di Zingaretti 2013).
Preferisce lasciar scontrare un’utenza sempre più indifesa con le strapotenti imprese a cui viene affidata la mobilità e rifiuta di discutere le scelte programmatiche sulla mobilità coi diretti interessati: i cittadini e gli utenti dei treni”.
“Chi, tra quanti ci governano, ha il compito di ricordare a RFI e Trenitalia che esse sono solo concessionarie incaricate a svolgere un servizio per la pubblica utilità e non per il vantaggio degli azionisti? A che serve fare leggi, regolamenti, accordi e approvare mozioni se nessuno li attua? A che serve la stessa politica della mobilità, se poi a decidere la musica è sempre solamente l’impresa?”, conclude così la nota del Comitato Pendolari FR8a Carrozza.