OSTIA – Aveva fatto perdere le proprie tracce dal 2012, anno in cui stava scontando agli arresti domiciliari una pena di poco inferiore ai 2 anni di reclusione per il reato di porto d’armi in luogo pubblico, ultima condanna di una lunga serie a carico di un uomo di 49 anni originario di Gela (CL), ma da anni trapiantato a Roma.
L’uomo, con numerosi precedenti per rapina e stupefacenti, aveva deciso di darsi “alla macchia”, riuscendoci per un lungo periodo di tempo: nel 2014 venne rintracciato nei Paesi Bassi, ove era stato arrestato con l’accusa di furto, ma fu rilasciato per decorrenza dei termini della misura cautelare senza che fosse possibile, nel frattempo, spiccare a suo carico un mandato d’arresto europeo.
Così, per 5 anni, si è probabilmente mosso da e per l’estero dall’Italia riuscendo ad eludere i controlli o approfittando dello “spazio Schengen” esente da controlli transfrontalieri.
Pensava, forse, che i Carabinieri si fossero dimenticati di lui, che si fossero magari stancati di dare la caccia a chi doveva scontare, tutto sommato, solo un anno ancora. Purtroppo per lui non è andata così: i Carabinieri della Compagnia di Ostia erano già sulle sue tracce da tempo, controllavano i movimenti dell’anziana madre, di suo fratello, della sua ex compagna, della figlia minorenne, consapevoli che, prima o poi, la “primula rossa” avrebbe commesso un errore.
Sembrava che si fosse vicini a una soluzione appena due mesi fa, quando i militari della Stazione di Fiumicino, nel corso di un controllo all’abitazione della madre, dopo molte resistenze della donna erano entrati trovando una finestra sul retro aperta e abiti e calzature da uomo abbandonati. Il cerchio, quindi, si andava stringendo: altri due mesi di intensi appostamenti e ricerche e alla fine i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Ostia hanno raccolto tutti gli elementi per arrivare a lui. Venerdì scorso, dopo prolungati servizi di osservazione, i militari hanno fatto irruzione in un palazzo di via Guido Vincon, casa dell’ex compagna dell’uomo, ove il latitante si era occasionalmente recato in visita alla figlia minorenne credendo, ancora una volta, di riuscire a passare inosservato. Appena entrati, i Carabinieri, che avevano circondato l’edificio, hanno creduto di aver fatto un altro buco nell’acqua perché in casa, apparentemente, il ricercato non c’era.
Durante la perquisizione dell’appartamento, però, ecco la svolta: nascosto in un armadio nella camera della figlia hanno scovato il latitante. L’uomo è stato ammanettato e portato in carcere. Nella casa, inoltre, i Carabinieri hanno rinvenuto circa 60 grammi di hashish che hanno messo nei guai anche la sua ex compagna, arrestata a sua volta per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.