“La RSU della Sigma-Tau – si legge nel documento -rimane inorridita di fronte al “nuovo che avanza”. Abbiamo assistito a scene tremende di dipendenti, dírigenti del gruppo, convocati all’improvviso dall’Azienda, licenziati seduta stante e accompagnati all’uscita, neanche si fossero macchiati del più grave dei reati; scene di questo tipo non possono e non devono diventare patrimonio della nostra azienda e non è accettabile che queste persone siano stati utilizzate per mandare messaggi intimidatori agli altri lavoratori”. Al momento, sono 13 i dirigenti che martedì 15 novembre hanno dovuto sgombrare le loro scrivanie, ma il timore è che questo provvedimento possa allargarsi a macchia d’olio. La difficoltà della situazione ha infatti raggiunto livelli allarmanti, che si ripercuotono anche in altre le aziende che fanno parte del gruppo Sigma-Tau. E’ sempre di martedì scorso, infatti, il disperato appello dei 63 lavoratori della Tecnogen S.p.A., società di proprietà della Sigma-Tau., operante nel settore dello sviluppo e della produzione di farmaci biotecnologici, con sede a Piana di Monte Verna (Caserta). I dipendenti, ormai da mesi, vivono senza contatti con la casa madre, impegnata in un piano di riassetto industriale del quale, evidentemente, Tecnogen non fa più parte, nonostante l’azienda abbia negli anni depositato decine di brevetti e ottenuto importanti riconoscimenti, nazionali e internazionali, a livello di certificazione. Qualche giorno fa i lavoratori hanno scioperato, senza però ottenere nulla. Il timore più grande è che l’azienda venga svenduta o dismessa, con conseguente perdita del posto di lavoro di tutti i dipendenti.
“Ci meraviglia – proseguono i rappresentanti sindacali della Sigma-Tau di via Pontina – che gli azionisti e soprattutto la famiglia Cavazza, che da sempre si fregia di un nome che nel mondo dell’industria italiana è sinonimo di azienda sana, di relazioni industriali di altissimo livello, di rispetto assoluto per il lavoro ed i lavoratori, possano avere dato il loro consenso a queste vergognose operazioni. Operazioni rese ancor più gravi dal fatto che questi licenziamenti, senza una presentazione e condivisione di un piano industriale lasciano aperto un dubbio grave: è in atto una caccia alle streghe che finirà per coinvolgere tutti i lavoratori o quest’azienda sta attuando un piano industriale mai presentato? Proprio per capire questo il Sindacato, a tutti i livelli, fino ad arrivare alle Segreterie Nazionali di categoria, ha richiesto un incontro nazionale urgente. Gruppi industriali articolati come il nostro si dotano di piani industriali seri e li discutono nelle sedi nazionali quando questi riguardano siti su tutto il territorio nazionale. Temiamo che l’ostinazione a non voler fare questo possa nascondere incertezza per il futuro oltre a nascondere l’incompetenza delle funzioni aziendali, anche di consulenza, che su questo piano stanno lavorando”.
Anche Giuseppe Cappucci, segretario generale della Cgil del Comprensorio Pomezia-Castelli-Colleferro-Subiaco, ha voluto esprimere il suo dissenso verso l’azienda. “La denuncia fatta dalle RSU della Sigma-Tau su quanto sta accadendo in questa azienda desta tutta la nostra preoccupazione. È inaccettabile che una grande azienda faccia carta straccia di regole e piani industriali, applicando di fatto dei licenziamenti selvaggi. E’ un’aggressione ai lavoratori e ai loro diritti che, come sindacato, non siamo disposti ad accettare. Ci auguriamo che il buon senso ed il rispetto delle regole possa far fare retromarcia all’azienda, consentendo il ristabilirsi di un normale clima e di sane relazioni industriali”.