Rintracciata in Spagna, nel porto di Valencia, e ricondotta in Italia la “Fiamma Nera”, l’imbarcazione appartenuta a Benito Mussolini sottoposta a sequestro di prevenzione nell’ambito di una complessa indagine del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia capitolina.
Gli accertamenti economico – patrimoniali delle Fiamme Gialle della Compagnia di Fiumicino svolti nei confronti di un imprenditore di origini campane ma insediato da tempo nella Capitale, hanno permesso di delinearne la pericolosità sociale e la grande sproporzione tra i redditi dichiarati e l’elevato tenore di vita, frutto di una carriera criminale basata su ingenti evasioni fiscali, bancarotte fraudolente a catena e truffe.
All’esito di questi accertamenti, il Tribunale Ordinario di Roma – Sezione Misure di Prevenzione ha disposto il sequestro dell’immane patrimonio accumulato dal predetto imprenditore, valutato oltre 70 milioni di euro, anche se molti beni erano stati intestati a prestanome.
Tra i beni sequestrati e affidati alla gestione dell’Amministratore Giudiziario nominato dal Tribunale, figurano alcuni immobili concessi in locazione alla cooperativa “Domus Caritatis”, legalmente rappresentata da Tiziano Zuccolo, nonché al consorzio di cooperative sociali “Eriches 29” di Salvatore BUZZI, tra i principali indagati nella nota inchiesta “Mafia Capitale”, nonché alcuni vani di un castello, locali del “Palazzo Noccioli” a Fiumicino, diverse tenute, appartamenti, uffici, negozi e terreni ubicati a Roma, autovetture di lusso e la “KONIGIN II”, imbarcazione tedesca dei primi del ‘900, di mussoliniana memoria e di rilevante interesse storico ed in perfette condizioni di manutenzione.
La storia di quest’ultima è particolarmente travagliata; dopo essere stata acquistata nel 1935 dal gerarca fascista Alessandro Parisi Nobile, le venne imposto il nome di “Fiamma Nera” per esserne quindi oggetto di dono al duce.
Nel 1943, alla vigilia della caduta del regime fascista, la barca fu affondata dal proprio armatore per impedire che cadesse in mano ai tedeschi e successivamente recuperata e restaurata ad opera del conte Sereni e rinominata “Serenella”.
Dopo una serie di passaggi di proprietà e vari cambi di denominazione, fu acquistata da una delle società sottoposte a sequestro, le cui quote, inizialmente intestate al figlio dell’imprenditore destinatario del provvedimento di sequestro, sono state successivamente trasferite ad uno dei prestanome, pluripregiudicato e nullatenente, e l’imbarcazione occultata all’estero.
Il recupero della preziosa imbarcazione si è presentato particolarmente difficoltoso, anche a causa di alcuni formalismi procedurali, superati solo con l’aiuto del magistrato di collegamento con la Spagna, a sua volta rimasto sempre in contatto con il Giudice Delegato, Dott.ssa Franca Amadori.
Ieri sera la “Fiamma Nera” è tornata finalmente a Roma, nel Porto Turistico di Ostia, rientrando così nel patrimonio storico-culturale del Paese.