EcoX di Pomezia: l’Osservatorio Nazionale Amianto, attraverso i propri tecnici ed esperti, risponde alle domande dei cittadini.
È in corso l’affollatissima assemblea che vede come protagonisti i cittadini che oggi, sabato 20 maggio, hanno deciso di varcare la soglia dell’Hotel Enea di Pomezia per pretendere che le domande e i dubbi che in questi giorni continuano a porsi trovino delle risposte. Presenti all’incontro, moderato dalla Dott.ssa Fabrizia Nardecchia, Coordinatore Ufficio Stampa ONA, l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale Amianto ONA ONLUS, la Sig.ra Antonella Franchi, Coordinatore Osservatorio Nazionale Amianto ONA ONLUS, il Dr. Pietro Giannone, Tecnico della prevenzione, il Sig. Franco Cucinieri, Perito e Componente Comitato Tecnico Scientifico Nazionale ONA ONLUS, il Dr. Arturo Cianciosi, Medico legale, competente in medicina del lavoro e componente del Direttivo Nazionale ONA ONLUS, il Prof. Francesco Pesce, Psicologo clinico, e componente Comitato Tecnico Scientifico Nazionale ONA ONLUS, oltre che coordinatore dello Sportello ‘Assistenza Psicologica’ ONA ONLUS, ed, infine, ovviamente i cittadini che hanno messo da parte i loro impegni per essere presenti e chiedere che venga fatta chiarezza su quanto è stato detto in questi giorni sulla vicenda del rogo di Pomezia.
Testimonianze shock e immagini forti fanno capire quanto la situazione nella zona dell’EcoX sia delicata, anche alla luce dei nuovi focolai che hanno avvolto nuovamente nei giorni scorsi la ditta di rifiuti. I cittadini pretendono chiarezza, per se stessi e per i propri cari.
“Dov’è il Sindaco? Dove sono le istituzioni oggi?”. Queste le domande più ricorrenti e prevedibili anche sulla base delle oltre 1000 segnalazioni ricevute nel giro di 2 settimane.
Il primo a salire sul palco è il signor Mario Spolon che abita proprio dietro la zona del rogo; si appresta a raggiungere il tavolo presidenziale sventolando un certificato medico che riporta la data del giorno del disastro e che dimostra nero su bianco solo alcune delle conseguenze che la colonna di fumo ha provocato alla sua salute. Non sono mancate poi tutte quelle persone che, pur non avendo riportato apparentemente alcun problema di salute, hanno dovuto modificare radicalmente la loro quotidianità: ci sono mamme che non si sentono più nemmeno sicure nel portare il proprio bambino a fare una passeggiata al parco. I più motivati sono sicuramente i lavoratori che stanno assistendo ad un vero e proprio decadimento delle loro attività commerciali, “il frutto e il sacrificio di una vita sta andando letteralmente in “fumo””, dichiarano molti dei presenti, “la colpa è di chi doveva vigliare e tutelarci, ed invece non l’ha fatto”.
Troppe domande restano irrisolte e invece pretendono una risposta, come sottolinea il Dott. Luca Zelinotti, esperto in CBRNE, Chimico Biologico Radiologico Nucleare Esplosivo, intervenuto durante il dibattito “La gestione dell’EcoX di Pomezia è il disastro nel disastro. Ci sono due importanti aspetti da analizzare: la prevenzione che doveva diminuire il rischio che un tale disastro si verificasse, e la gestione dell’emergenza che doveva avvenire nel giorno stesso e senza le incertezze che ci portiamo dietro ancora oggi. Cosa prevedeva il piano emergenza comunale per il rischio della EcoX e come è stato utilizzato? I cittadini erano stati informati dei rischi e su come comportarsi? Sono moltissimi gli interrogativi rimasti ancora irrisolti e alla quale è necessario pretendere delle risposte da parte delle istituzioni. La ditta era dotata di un impianto antincendio adeguato e chi doveva controllare? Durante l’intervento dei vigili del fuoco ancora non si sapeva se ci fosse o meno amianto all’interno della struttura in fiamme o non hanno dato comunicazioni ufficiali a riguardo? Questo disastro evidenzia il fallimento del sistema di informazione verso i cittadini, dei rischi, dei piani comunali in atto. Ciò che è mancata è anche l’informazione più essenziale come la direzione dei venti che hanno ruotato a 360° per giorni mutando notevolmente con tempi inferiori ad un’ora. I ritardi istituzionali sul rischio per l’agricoltura, l’allevamento, le falde acquifere e la potabilità dell’acqua sono ingiustificabili. Dovevano arrivare indicazioni il giorno stesso, e dovevano essere avviati sequestri e campionamenti preventivi già dalla prima ora del disastro…Perché tutto ciò non è avvenuto? E’ sufficiente vedere le immagini e le riprese del rogo per comprendere non solo che la zona non è stata adeguatamente circoscritta ma anche che molti operatori hanno lavorato senza dispositivi di protezione individuale, qualcuno ha utilizzato delle comuni mascherine di carta ma poco effettivamente proteggono dalle sostanze chimiche che l’azienda trattava e dalle sostanze di combustione come la diossina che dati certi ormai attestano valori elevatissimi. Questo fa sorgere gli ennesimi interrogativi sulla gestione della sorveglianza sanitaria per gli operatori che hanno partecipato, e se effettivamente potevano essere esposti a dei rischi, e se verranno inseriti in un piano di monitoraggio a lungo termine per i danni da esposizione.
Ma, soprattutto, esiste un elenco di tutte le persone che oggi lo stato dovrà monitorare per garantirne il diritto costituzionale alla salute e i relativi indennizzi oppure finiranno per essere le solite tante, tantissime vittime dimenticate che non avranno mai giustizia? Queste sono solo alcune delle domande a cui dovevamo avere risposte dai primi minuti del disastro e ad oggi non riceviamo ancora una risposta”
“Nei prossimi giorni, l’Osservatorio Nazionale Amianto presenterà un voluminoso dossier sulla questione rogo Eco X di Pomezia, e intraprenderà le prime azioni legali, anche civilistico-risarcitorie, a carico di tutti i titolari delle posizioni di garanzia: mi riferisco a coloro che avrebbero dovuto controllare e che non l’hanno fatto; a coloro che avrebbero dovuto salvaguardare la popolazione rispetto al rischio e non vi hanno provveduto. Nulla sarà lasciato di intentato, per una tutela, la più ampia possibile, di tutte le ragioni dei cittadini, anche di coloro che non sono rimasti intossicati ma che comunque si sono dovuti preoccupare, lasciando le loro case, e i cui figli hanno dovuto abbandonare le scuole, secondo le ordinanze dei Sindaci e delle Autorità competenti”, dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
Durante l’assemblea sono tantissime le persone che chiedono che venga fatta chiarezza su quanto accaduto nei giorni scorsi, chiedendo anche la possibilità di effettuare delle rilevazioni su terreni e aria all’interno delle loro abitazioni. L’ONA si è reso disponibile a fornire una risposta a tutte le domande e a fare il possibile per assistere tutti coloro che si sono presentati all’assemblea. Il prossimo appuntamento sarà tra 15 giorni, questo è il tempo che l’Osservatorio Nazionale Amianto si è riservato per effettuare tutte le analisi e le rilevazioni che permetteranno di rispondere a tutte le segnalazioni pervenute oggi.