Standing ovation per lo spettacolo teatrale “Mare Nostro”, firmato Raffaele Calabrese.
Ieri sera, presso L’Ex Stabilimento Acqua Claudia, si è svolta la replica della fortunata rappresentazione, in scena già dal venerdì scorso e sempre con il tutto esaurito in sala.
Lo sceneggiatore e regista della Compagnia Teatro Finestra, con il suo Laboratorio Sperimentale, ha portato a teatro uno dei temi italiani più caldi degli ultimi anni: l’immigrazione clandestina.
Tutti gli attori bravissimi hanno divertito e commosso tra le scene più leggere e quelle di grande trasporto emotivo, toccando le note più sensibili del pubblico.
I monologhi, poi, affidati ad Andrea Aquilini, Robert Sibu, Andrea di Ciccio, Claudia Achilli e Alessia Picone erano di grande intensità e maestria interpretativa, al punto da guadagnarsi una ovazione collettiva di oltre cinque minuti.
Come recita la nota di presentazione dello spettacolo:
Note: “A qualunque latitudine, facciamo parte della stessa comunità. Ogni uomo, ogni donna, ogni piccolo di questo pianeta, ovunque nasca e viva, ha diritto alla vita e alla dignità”. Si racchiude qui, nelle parole di Vittorio Arrigoni, il senso del nostro spettacolo. MARE NOSTRO nasce sull’onda del tempo che stiamo vivendo. Un periodo storico difficile, segnato da conflitti, violenze, atrocità. Stiamo attraversando una crisi profonda in cui l’uomo pare incastrato in un meccanismo di disumanizzazione. Ci basti pensare che in questo momento nel mondo sono più i paesi in guerra che quelli in pace ma anche lì dove i conflitti non ci sono gli effetti di questo clima bellico si fanno sentire. Nessuno può ritenersi più al sicuro. C’è una parte di umanità che fugge, che attraversa mari, che supera confini, che si dispera, che muore mentre l’altra parte si difende, costruisce muri, stende filo spinato, concentra le proprie forze per fermare quest’onda di disperazione. Il mondo sembra spaccarsi in due e il mare rappresenta il simbolo di questa spaccatura ma anche la possibilità d’incontro tra questi due mondi. MARE NOSTRO suona come una preghiera, mare da attraversare, mare da difendere, mare che è confine e al tempo stesso strada che unisce. Attraverso questo lavoro abbiamo provato a saldare questa frattura e a varcare un confine, a metterci dall’altra parte, dalla parte di chi fugge, di chi annega, di chi si fa saltare in aria dentro a un teatro, dentro un aeroporto e di chi in quel teatro o in quell’aeroporto muore. Quello che ne è venuto fuori è che ognuno è a suo modo vittima e che, aldilà del dio in cui si crede, della bandiera a cui si appartiene, del confine entro il quale si vive, aldilà di tutto ciò che ci divide c’è qualcosa di assoluto che ci unisce ed è l’appartenenza al genere umano. Affermare questo è uno degli obiettivi del nostro spettacolo insieme all’invito, come unica salvezza, a restare umani. “Restiamo Umani, anche quando intorno a noi sembra l’umanità pare si perda”.
Una grande rappresentazione, dunque, che porta ancora una volta la firma di Raffaele Calabrese, che già si è affermato negli anni con “Pinocchio”, con cui vinceva il premio come Miglior allestimento alla “27° edizione del Festival Nazionale “Maschera D’Oro” di Vicenza e con la performance teatrale itinerante “Scie Luminose” , che vedeva la partecipazione di oltre 150 cittadini apriliani.
Marina Cozzo