Sono partiti ufficialmente questa mattina i lavori per la riqualificazione del parco pubblico di via Fiorucci, a Roma Due. “L’impegno che da sempre la nostra Amministrazione mette in atto per i quartieri di periferia come quello di Santa Palomba – Roma Due è sotto gli occhi di tutti – ha detto il Sindaco Fabio Fucci che, insieme all’Assessore Riccardo Borghesi, ha presieduto all’avvio del cantiere – Con un investimento di 57mila euro di fondi comunali il parco pubblico sarà completamente ristrutturato entro un paio di mesi”. Il progetto prevede la valorizzazione degli arredi già esistenti e la realizzazione di opere completamente nuove: ristrutturazione dell’area giochi; realizzazione di nuovi percorsi pedonali e della pavimentazione di ingresso; nuova area fitness e aree relax; nuove alberature. “Prosegue il nostro impegno per il quartiere”, la chiosa del Sindaco.
Bene i Giardini, ma il resto?
Santa Palomba avrà dunque un nuovo parco rimesso a nuovo, ma per il resto? La situazione di quel quartiere è ben nota e gli stessi residenti lo hanno dimostrato allo stesso Sindaco contestandolo apertamente lo scorso 18 marzo quando, anche qui gridando al successo, l’amministrazione era convinta di riuscire a smorzare le polemiche intorno a Cogea; tra l’altro, a questo proposito, il Comune aveva evitato di diffondere troppo la notizia su come fosse andata effettivamente l’assemblea stessa (forse per limitare il dissenso alla sola area di Santa Palomba?) evitando di far arrivare al resto della cittadinanza un “affare scomodo”, e lasciando trasparire di conseguenza soltanto “l’impegno verso le periferie che è sotto gli occhi di tutti”. Una comunicazione dunque soltanto a senso unico che rischia di far passare però un messaggio sbagliato: perché su Santa Palomba, terra di industrie, impianti di compostaggio a rischio Biogas, discariche di inerti probabilmente di prossima apertura, prostituzione, collegamenti carenti e quant’altro, parlare solo della sistemazione di un giardino appare decisamente fuori luogo. E non bastano di certo gli slogan – che siamo sicuri qualche avventore da tastiera riproporrà anche sotto a questo articolo, della serie: “Almeno qualcosa si sta facendo”, “erano meglio gli altri allora?”, “vi meritate tizio piuttosto che caio allora”, “siete collusi con quelli che c’erano prima” – a risolvere i problemi di un quartiere come Santa Palomba.
Se da un lato dunque è legittimo, anche in chiave politica, tutelare e difendere l’immagine del proprio lavoro, dall’altro non si può pensare di strumentalizzare troppo l’attività di comunicazione di quella che, comunque, al di là del colore di partito, resta un’Istituzione pubblica; e su Santa Palomba, a nostro avviso, sembra si stia facendo proprio questo, con i cittadini del quartiere, i giornali e le associazioni ambientalistiche lasciate sole a cercare di tenere tutti con i piedi per terra.