La Regione Lazio del presidente Zingaretti ha deciso di spostare le analisi di routine, finora eseguite dal Laboratorio Analisi dell’Ospedale Grassi di Ostia, al San Camillo.
Ad eccezione di quelle di fatte in condizioni di emergenza per il pronto soccorso e per i degenti, quindi, tutte le analisi verranno trasferite in macchina nell’ospedale romano, dove dovranno essere esaminate.
Le sigle sindacali CGIL, CISL, UIL e COBAS hanno contestato la decisione parlando di “ennesima manovra lacrime e sangue“.
Per i sindacati “si sta smantellando un servizio importante del territorio, nel quale sono stati investiti milioni di euro, tra macchinari di ultima generazione e personale altamente qualificato“.
Inoltre, ammoniscono: “Il laboratorio del nosocomio lidense serve il territorio della ASL Roma 3 e questo provvedimento potrebbe provocare un incremento dei costi e dei tempi di refertazione, dovuti al necessario trasporto delle analisi. Si rischia di mettere una pietra tombale sulla sanità locale“.
In pratica contestano che si profilerebbe un continuo viaggiare in auto di analisi tra il San Camillo e i centri prelievi di Palidoro, Maccarese, Fregene, Fiumicino, Casalbernocchi e Ostia, sprecando tempo e denaro.
Per questo è stata attivata una petizione online contro il declassamento e lo smantellamento del centro, ritenuto d’avanguardia, all’interno dell’ospedale.
Contro il provvedimento si è scagliata anche Sinistra Italiana del X Municipio che, in una nota dei coordinatori Marco Possanzini ed Eugenio Bellomo, ha dichiarato: “E’ in atto una progressiva azione erosiva dei servizi sanitari con lo scopo di proseguire spediti verso la privatizzazione silenziosa della sanità pubblica. L’ennesimo atto è quello relativo alla chiusura dei laboratori analisi dell’Ospedale Grassi, una decisione che non ammette giustificazione alcuna, nemmeno quella di natura economica in quanto a fronte di più di 3 milioni di analisi effettuate ogni anno, il costo medio sostenuto dalla ASL RM3 è di un euro ad esame. Trasformare il San Camillo di Roma in un hub per le analisi di laboratorio determinerà, nei fatti, oltre alla perdita di importantissime professionalità, caos e ritardi nella consegna dei referti e renderà ancora più precaria l’efficienza della sanità pubblica già vessata da tagli, blocco delle assunzioni e quant’altro“.
Quindi le precise richieste a Zingaretti e alla sindaca di Roma, Virginia Raggi: “Chiediamo pertanto al Presidente Zingaretti di revocare immediatamente questa sciagurata decisione. Chiediamo inoltre alla Sindaca Virginia Raggi di uscire dall’imbarazzante silenzio, relativo a questa vicenda, in cui si è trincerata ed attivarsi al fine di impedire che questa decisione prenda corpo. Ricordiamo alla Sindaca Raggi di essere anche responsabile della condizione di salute della popolazione della sua città e che le sono affidati, dal decreto legislativo 299/99, poteri di programmazione, di controllo e di giudizio sull’ operato dei direttori generali delle Asl. E’ ridicolo parlare di prevenzione e diagnosi precoci per poi mettere una pietra tombale sulla sanità pubblica a tutto vantaggio di quella privata ad uso esclusivo degli abbienti“.