Sabato 18 marzo scorso il rappresentante dell’Associazione Latium Vetus è intervenuto all’assemblea pubblica convocata dall’amministrazione comunale di Pomezia presso la scuola “De André” di Roma 2 per il tanto agognato confronto pubblico sulla questione dell’impianto per la lavorazione di 60.000 ton/annue di rifiuti organici proposto da Cogea s.r.l. in località Tor Maggiore, nel lotto limitrofo a quello del grande complesso medievale.
“Dispiace – rende noto il rappresentante Giacomo Castro attraverso un comunicato stampa – dover constatare, e chi ha avuto modo di assistere all’incontro ha avuto modo di rendersene conto di persona, la netta chiusura delle posizioni già dalle prime battute dell’evento; a partire dalla distribuzione di un volantino a firma della Città di Pomezia inneggiante ad una “Vittoria per tutti i cittadini” con lo stralcio (finora ipotetico) della porzione di lavorazione del biogas. Ma dov’è questa vittoria? Noi purtroppo vediamo (e nessuno potrà smentirci) il rischio sempre più concreto che venga realizzata nel territorio di Pomezia una centrale per la lavorazione di migliaia e migliaia di tonnellate annue di rifiuti organici, che verranno trasportati e lavorati da altri luoghi nel nostro territorio, nel lotto limitrofo a uno dei gioielli culturali di Pomezia come il complesso duecentesco di Tor Maggiore. Proprio questa amministrazione comunale di Pomezia appena due anni fa siglava con l’Associazione Latium Vetus e l’Università “La Sapienza” di Roma la convenzione “Salviamo Tor Maggiore!” per perorare il recupero, il restauro e la valorizzazione del complesso medievale, ma oggi invece sembra dimenticarsene”.
“E’ bene inoltre – prosegue Castro – ricordarci che nel mezzo di un confronto purtroppo assente ci sono le paure e le ansie dei cittadini di Pomezia per la loro salute e per come verrà tutelato l’ambiente dove essi vivono e posseggono la propria casa e a questi intendiamo rivolgerci consigliando a ciascuno di approfondire questa tematica e di farsi una propria idea relativamente a questo importante banco di prova amministrativo. Come noto, Associazione Latium Vetus ha seguito la vicenda relativa alla Cogea fin dalle primissime battute, cinque anni or sono, e da sempre il suo l’atteggiamento è stato il medesimo, di totale contrarietà ad un progetto reputato assolutamente preoccupante sia per il posizionamento dell’impianto nei pressi delle industrie a rischio di incidente rilevante, Eni e Liquigas, sia per la vicinanza della centrale alle case sparse e al quartiere di Roma2, ma anche per la tipologia dei rifiuti che questa andrà a trattare, cioè fanghi da depurazione e ceneri della lavorazione industriale (altro che rifiuti alimentari!), per i volumi di traffico che si riverseranno sulle arterie locali già congestionate e inoltre per la dequalificazione ed il degrado che si ripercuoteranno intorno ad un monumento unico e irripetibile come Tor Maggiore, da sempre al centro dell’impegno volontario di Associazione Latium Vetus”.
Non è quindi solo una questione relativa alla presenza o meno del cosiddetto “biogas”, poiché sono molte
e gravi le criticità del progetto! – spiega Castro – La posizione di Associazione Latium Vetus non muta oggi e non muterà domani in base a convenienze politiche, unitamente all’impegno volontario dei propri attivisti, che in questi anni si sono sempre spesi in maniera costante e nel farlo, è importante precisare, hanno sempre cercato di fornire tutto il supporto possibile all’attuale amministrazione comunale di Pomezia, contro impianti mostruosi come quello proposto e a vantaggio del compostaggio domestico e di comunità. Nel 2014, oltre alla ratifica della convenzione, l’Associazione Latium Vetus è stata promotrice della raccolta di 4.817 firme di altrettanti cittadini che chiedevano la tutela di Tor Maggiore nella campagna “I luoghi del Cuore” del F.A.I. – Fondo per l’Ambiente Italiano,. E’ stato un momento costruttivo che ha portato alla redazione da parte dell’Università La Sapienza dello studio di fattibilità per il progetto di restauro del complesso medievale, citato anche all’interno della delibera contro la Cogea approvata all’unanimità dal consiglio comunale di Pomezia il 14 ottobre 2014.
Ma quindi cosa è successo da allora? E’ innegabile che qualcosa sia cambiato. Nel 2015, l’Associazione
ha inviato al Sindaco di Pomezia ben tre richieste di rinnovo della convenzione “Salviamo Tor Maggiore!”, nessuna delle quali ha ottenuto risposta (la convenzione è infatti poi scaduta il 30 novembre 2015 senza essere stata rinnovata). Contemporaneamente l’Associazione inviava alla giunta e ai consiglieri comunali la proposta sottoscritta da ben 27 associazioni di Pomezia ai fini della ratifica della richiesta di apposizione di un vincolo culturale indiretto sull’area della centrale; proposta tuttavia mai appoggiata. Infine, nello scorso mese di novembre, l’associazione ha richiesto che l’elaborato R.I.R., utile per valutare la compatibilità urbanistica delle aree nei pressi delle industrie R.I.R. e di imminente approvazione da parte del consiglio comunale, fosse ratificato con prescrizioni restrittive applicando il principio di precauzione, ma anche questa è stata una proposta vana”.
“Perfino l’ultimissima proposta del Comitato No Biogas Pomezia, di modifica del Regolamento Edilizio
(ovvero di Igiene e Sanità), esperimento già riuscito nei comuni di Fiumicino e Fara in Sabina con
l’introduzione di distanze minime delle industrie a serio impatto ambientale dalla case sparse e dai centri abitati, non ha ottenuto alcuna risposta dai referenti politici – prosegue il rappresentante di Latium Vetus – Il tratto distintivo dell’amministrazione comunale di Pomezia in questa vicenda è stata l’assenza di riposte alle nostre proposte. Siamo ancora una volta qui a chiedere quindi ai rappresentanti politici che siedono nel consiglio comunale di Pomezia di non abbandonare il complesso medievale di Tor Maggiore al suo triste destino, in un area di lavorazione dei rifiuti e di affrontare la questione Cogea con maggiore ascolto delle istanze che giungono dal territorio. L’Associazione Latium Vetus continuerà a rimanere al fianco dei cittadini e a portare avanti con la massima energia la battaglia a favore della tutela della salute dei cittadini, della salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio culturale, e lo farà in tutte le sedi opportune rivolgendosi anche agli altri organi istituzionali capaci di fermare questo inaccettabile progetto”.
Cogea, è ancora polemica: la tutela di Tor Maggiore sacrificata dall’amministrazione comunale di Pomezia?
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