Questa mostra vuole esplorare due episodi dell’attività di un giovane artista, Alessandro Costa: l’Oggetto e il Sanpietrino. Una sezione viene riservata alle prime opere di più forte impatto realistico: “Dopo un oblio di anni, Alessandro Costa ritornò alla pittura, si incamminò verso il monte Parnaso a redere omaggio ad Apollo e le sue muse. Lungo il cammino, si fermava a dipingere, non dipingeva l’aria, le foglie, il paesaggio, dipingeva la strada” (Vincenzo Mazzarella). “I sampietrini raffigurati in modo realistico con tecnica mista hanno subito nel tempo una consapevole sintesi, acquisendo leggerezza e trasformandosi in un simbolo che è al tempo stesso evoluzione verso una forma nuova e reliquia, nel senso etimologico, del blocco lapideo: un rettangolo bidimensionale con all’interno una linea segmentata che ne ricorda la tridimensionalità ormai superata” (Rocco Marino). E un’altra nel suo sviluppo in senso più strutturale, dove l’oggetto diviene opera grafica: “Il blocchetto di leucitite laziale di Papa Sisto V e di monsignor Ludovico Segardi, prefetto ed economo della Fabbrica di San Pietro, diventa un oggetto siderale che non ha più una funzione e ha perso la memoria del calpestio, il peso, l’andatura, la lentezza o la velocità del passo. E’ ora una forma aerea, una superficie futuribile e impossibile” (Roberta Giulieni).
La mostra proseguirà negli spazi della Torre Civica di Pomezia dal 24 al 31 maggio 2017.
Domenica 26 marzo verrà inaugurata l’opera Domine Quo Vadis nella Chiesa del Quo Vadis, Via Appia Antica, 51 alle ore 11.00, che farà parte della decorazione della Chiesa stessa.
Anna Maria Greco