PUBBLICHIAMO LA SECONDA PARTE DI QUANTO AFFERMATO DAI COMPONENTI DEL PD NEL CORSO DI UNA CONFERENZA STAMPA CONCENTRATA SUI PROBLEMI DEL CONSORZIO UNIVERSITARIO
ricevuti”. Quindi cosa può fare lei adesso? “Nel momento in cui mi dovessi accorgere di inesattezze, ammanchi o stranezze nei conti o anomalie nei contratti, avrei l’obbligo di informare il CdA, perché, pur trattandosi di un’azienda privata, la nostra, per la partecipazione di un ente pubblico, è una società soggetta al controllo della Corte dei Conti. Ma, per quanto riguarda l’individuazione di eventuali responsabilità sociali, non è competenza né mia, né del resto del CdA, ma del Collegio dei Sindaci o dell’assemblea dei soci”. Intanto il bilancio dovrà andare in Consiglio comunale per essere discusso. L’altra tematica importante per il rilancio del Consorzio è la presenza delle varie associazioni presenti all’interno della struttura. “Sto analizzando ogni rapporto che ci lega con le varie associazioni, ormai “arroccate” all’interno del Selva dei Pini grazie a protocolli d’intesa firmati e sottoscritti dal Presidente che mi ha preceduto, in particolare tutti gli atti con il Ceas – che tra l’altro vede il dr Ceci ricoprire la duplice veste di dipendente del consorzio e vicepresidente dell’associazione CEAS – per valutare esattamente la loro utilità rispetto al progetto di avere una sede universitaria di eccellenza: quello che va infatti ribadito è che il Consorzio esiste in quanto sede universitaria e quindi solo per consentire agli studenti universitari di frequentare i vari corsi. Ma la cosa più grave è che parte dei soldi dati al Consorzio dalla Pubblica Amministrazione sono stati versati a queste associazioni senza un minimo di criterio di imparzialità e senza bandi pubblici. Questo è gravissimo, mai e poi mai possono essere utilizzati soldi provenienti dall’Ente Pubblico per favorire l’amico di questo o di quello, soprattutto quando il Consorzio non ha i fondi per pagare i beni di prima necessità (acqua, luce, stipendi ecc…)”. Ma allora tutte le associazioni che hanno lavorato finora all’interno del Campus spariranno? “Partiamo da un presupposto innegabile e oggettivo: il Campus, a livello giuridico, non esiste. Noi siamo un Consorzio creato per accogliere e gestire una sede universitaria di eccellenza, preferibilmente pubblica, ma che non chiude assolutamente ai privati. Precisato questo, si capisce che il Consorzio non è nato per gestire organizzazioni parauniversitarie, in quanto esclusivamente sede logistica. Se poi – dopo aver risanato il bilancio e rilanciata l’attività universitaria –vi fosse la possibilità di avere qualche associazione, questa deve essere scelta oculatamente e con preferenza a quelle del territorio e non di fuori e solo a costo zero.”. “Il lavoro che il nuovo CdA deve fare – ha aggiunto Fabio Mirimich – è quello di riportare il Consorzio al suo ruolo statutario”. E per quanto riguarda gli impianti sportivi e la club house, dati in gestione a prezzi irrisori? ““Il CdA ha ritenuto di non ratificare quei contratti, sia perché illegittimi, sia per la notevole sproporzione tra quanto concesso in gestione dal Consorzio e quanto pagato dalle società sportive affidatarie. A ogni modo, il Consorzio, poiché ritiene che sia interesse di tutti ottenere un riequilibrio dei rapporti in ordine alla gestione degli impianti sportivi, è certo che le società sportive affidatarie, tutte di Pomezia, avranno a cuore il bene comune e vorranno partecipare a ricostruire consensualmente una convenzione che tenga in debito conto l’esatto valore economico di quanto loro concesso. Certamente, il Consorzio non potrà mai accettare che il punto di ristoro, che dovrebbe essere solo per atleti, “l’Asino colto” per intenderci, sia dato in gestione per soli 220,00 € al mese”.
“Vogliamo chiudere ribadendo la nostra piena fiducia nel nuovo Presidente – ha aggiunto Mirimich – il quale, da avvocato, offre ancora più garanzie. La fiducia non è solo da parte dei presenti, ma di tutto il gruppo consiliare, sindaco compreso, che si consulta con il nuovo Presidente quotidianamente su quanto viene fatto. Spero quindi che adesso siano chiari quali siano gli obiettivi nostri e dell’amministrazione comunale”.
“E se qualcuno – ha concluso Antonini – non dovesse essere d’accordo nel voler riportare l’università a quelli che sono i suoi scopi fondamentali ed alla sua naturale vocazione, sarà escluso dal gruppo consiliare della maggioranza, perché noi faremo
un’opposizione durissima”.