Sembrava ormai prossima la vendita alla multinazionale TRANSASIA, azienda indiana che, come avevamo annunciato nel nostro sito lo scorso 11 maggio, era intenzionata a rilevare il gruppo, con l’intenzione di rilanciarlo, facendolo uscire da una crisi che ormai sembra senza fine.
Ma, mentre già in azienda si dava per fatto l’accordo, il colpo di scena dell’improvviso ripensamento della proprietà. Ripensamento che ha indispettito molto gli emissari indiani, che hanno lasciato il loro quartier generale nell’Hotel Enea e sono partiti venerdì 29 Luglio senza alcun contratto firmato, per un viaggio che ha tutta l’aria di essere senza ritorno..
Cosa sia accaduto al momento della firma non è chiaro, nonostante le spiegazioni che il Dr. Sparano, giovane Presidente del Gruppo e figlio del fondatore, è andato a dare venerdì, quindi proprio il giorno in cui ci sarebbe dovuta essere la firma del contratto, nel corso di un’infuocata assemblea di lavoratori.
Il Dr. Sparano ha spiegato che non ci sono chiusure definitive, solo cavilli procedurali che hanno portato ad un rinvio della firma, ma che non hanno chiuso la trattativa definitivamente, riservandosi la segretezza di tali problemi per ragioni di opportunità.
Ha poi lasciato intendere ad una platea via via sempre più attonita che potrebbero esserci anche altre soluzioni, interne od esterne, se il colosso indiano dovesse definitivamente ritirarsi dall’operazione, senza però chiarire quali possano essere queste eventuali soluzioni alternative.
La situazione però, mentre la Direzione cavilla e pianifica, è ormai in emergenza piena, con prodotti che mancano in produzione, e soprattutto con gli stipendi che ci risulta non esser pagati dopo Maggio.
I lavoratori sono esasperati da questo stillicidio di notizie e dalle difficoltà legate al mancato pagamento delle spettanze (compresi i rimborsi Irpef per chi ne ha diritto e la quattordicesima) considerando che, in molti casi, ci sono coppie di colleghi con figli piccoli, che vedono quindi in serio rischio entrambi gli stipendi.
I Sindacati confederali chiederanno un incontro urgente e speriamo chiarificatore, visto che solo tre mesi fa la stessa proprietà e la dirigenza aziendale davano come unica soluzione quella della vendita per salvare il gruppo.
MAURO VALENTINI