“Mi dispiace che a doverle sia io, un membro della maggioranza, ma su queste cose va fatta chiarezza una volta per tutte”. Ad esordire così, nel corso del consiglio comunale che si è svolto lo scorso 28 Luglio, Renzo Antonini, che esterna davanti ai colleghi consiglieri ed ai cittadini tutti i suoi dubbi sulla gestione del Campus Selva dei Pini. “Credevo che avere nel nostro territorio un’università fosse un fiore all’occhiello, visto che non è cosa da tutti i Comuni, invece mi devo ricredere. Da sindacalista, ho notato cose aberranti: possibile che me ne sia accorto solo io? E tutti gli altri, dove guardavano, quando si facevano assunzioni senza fare concorsi, oppure mentre c’era un’incredibile interposizione di personale, dove lavoratori delle cooperative svolgevano i ruoli che competevano ai dipendenti del Consorzio? E che dire dei casi di dipendenti pagati profumatamente che oltre allo stipendio mangiano, bevono e dormono gratuitamente all’interno del campus?”. Ma lo scandalo, secondo Antonini, non è certo tutto qui e, davanti ad un pubblico allibito, ha snocciolato dati incredibili. “Come mai non ci si è resi conto che il disavanzo economico poteva essere dovuto anche a certi contratti delle strutture di proprietà del Consorzio, come il campo da calcio, con annessi spogliatoi ed uffici, che è stato dato in concessione gratuita, o i cinque campi da tennis, che comprendono gli spogliatoi e la segreteria, affittati a soli 1300 euro al mese, oppure i due campi da calcetto ed uno di calciotto dati in gestione a 1000 euro al mese, senza parlare della club house con giardino e tutte le attrezzature addirittura a 220 euro mensili. Perché non fare delle regolari gare d’appalto per l’affidamento di queste strutture, invece di darle ad affidamento diretto, così almeno partecipiamo tutti e tutti possiamo avere l’opportunità di avere questa bella club house? E le due piscine scoperte? Vengono date a 1000 euro al mese per i soli 4 mesi estivi, ovvero quando ci si guadagna, mentre nel resto dell’anno le spese di gestione e pulizia sono a carico del Consorzio, quindi del Comune”. Un fiume in piena, interrotto solo dall’intervento del Presidente del Consiglio che ha ricordato la durata degli interventi per ogni singolo consigliere. “Non voglio fare il guastatore – ha allora concluso Antonini – ma mi sembra giusto che tutti sappiano. Noi, e parlo alla maggioranza, dobbiamo discutere di queste cose, trovando accordi e soluzioni per risolvere questi problemi”. Ma, a quanto pare, gli stessi problemi li vuole risolvere anche la Procura di Velletri, che ha dato mandato alle Fiamme Gialle di Pomezia di avviare un’indagine. Giovedì e venerdì, infatti, la Guardia di Finanza ha fatto visita al Campus, dove ha posto sotto sequestro tutta la documentazione inerente sia i contratti di lavoro dei dipendenti diretti del consorzio che quelli d’affitto di cui ha parlato Antonini, oltre agli appalti dati alle cooperative e, non ultimo per importanza, il contratto con il quale dallo scorso anno la Lum, la Libera Università del Mediterraneo Jean Monet, ha attivato a Pomezia i corsi di laurea in Economia e Giurisprudenza al costo di quasi 800 mila euro annui, assolutamente non rientrati con le iscrizioni, limitate ad un centinaio di studenti. “Alcuni di questi contratti per la gestione degli impianti – ha specificato Antonini – sono stati firmati dall’ormai ex Presidente del Consorzio Piergiorgio Crosti ad Aprile, quando era già stato sfiduciato dall’amministrazione comunale.
Adesso, a far quadrare i conti, è stato chiamato l’avvocato Giorgio Di Micco, nuovo Presidente, che verrà coadiuvato dal vice presidente Massimo Ciccolini, che già in campagna elettorale aveva posto l’Università come uno dei punti cardine del suo programma elettorale. La speranza di tutti è quella che, con un accurato ristyling della gestione, la struttura possa continuare ad operare nel migliore dei modi, diventando non solo il fiore all’occhiello della città, ma anche fonte di guadagno per l’amministrazione comunale.